Crollo degli investimenti, perdita di imprese e occupati, ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e difficoltà per le imprese di accedere al credito delle banche. Il settore dell'edilizia in Italia non decolla e questo nonostante i dati della fine del 2015 avessero fatto sperare in un 2016 di ripresa.
"Se guardiamo soprattutto il versante degli investimenti e delle Infrastrutture - commenta il presidente nazionale dell'Ance Claudio De Albertis - abbiamo avuto un finale del 2015 che faceva molto sperare ma purtroppo i dati di questi primi cinque mesi del 2016 ci fanno pensare di essere ancora profondamente dentro la crisi". Quello l'Ance chiede al governo, "per un settore così importante che, compreso l'indotto, rappresenta il 18% del Pil nazionale è un'attenzione complessiva per traguardare questo sistema, non solo per il nostro interesse ma per il bene del Paese". Fra i problemi del settore, la difficoltà di accesso al credito.
"Le banche - spiega De Albertis - hanno aumentato i mutui alle famiglie, ma non c'è ancora un'apertura di credito verso gli investimenti privati". Il presidente di Ance ammette che "ci sono molte situazioni di default che hanno portato le banche a ingolfarsi di immobili ma - sottolinea - credo che non si possa fare di tutta l'erba un fascio. Se ci sono degli investimenti validi, vanno finanziati altrimenti rimaniamo al palo". Un dato su tutti: "I permessi di costruire per nuove costruzioni e per ristrutturazioni, come numero, sono tornati al 1936 - conclude - e questo per un Paese che vuole svilupparsi non può andare bene".