Presentato dal CNAPPC in occasione del settimo Congresso Nazionale di Palermo.
Dalla prefazione di Raffaele Sirica al volume.
La connessione virtuosa tra Programmazione delle opere pubbliche e Concorsi di progettazione rappresenta la condizione necessaria entro la quale impegnarsi, per avere, anche nel nostro Paese, diffuse trasformazioni urbane di qualità.
È lo scenario in cui si muove da anni la "MICQP" francese (Mission Interministerielle pour la Qualité des Costrutions Pubbliques), coordinamento di 12 ministeri, che assiste gli Enti Locali nella programmazione delle opere pubbliche.
La parola d'ordine "Democrazia urbana", che definisce questo processo, fu coniata dal Ministro della cultura francese Catherine Tascà, nel luglio 2000, in occasione di quel Forum Europeo di Parigi, nel quale il CNAPPC fu protagonista.
Consultazioni nelle comunità e intreccio equilibrato tra architettura e urbanistica, per trasformazioni condivise.
Un intreccio che superi sia "l'urbanistica vincolistica del dopoguerra", tutta quantitativa, che ha prodotto anche il disastro dei condoni, sia "l'attuale iperliberismo senza regole", in auge in alcune realtà, dove quasi tutto si affida ai privati, con possibili preoccupanti ricadute sulla collettività.
Si tratta di una questione rilevante, opportunamente sollevata nella puntata di "Report", "Cara Madunina", e a cui vanno date risposte nuove.
Il Congresso Nazionale di Palermo tratta questa questione, per riprendere il confronto anche sui temi introdotti dal nuovo Titolo Quinto della Costituzione, ovvero dell'applicazione del principio di "sussidiarietà" e del dibattito sulla rilanciata istituzione delle "Città e Comuni Metropolitani".
Dunque, tornando a "Report": "sussidiarietà" e "democrazia urbana" attraverso "programmi di progetto condivisi", e quindi valorizzazione del Documento Preliminare, strumento urbanistico alla scala urbana, malamente utilizzato dalle Amministrazioni pubbliche.
Si tratta di introdurre, come procedura normale, il "Master Plan" europeo, come sostanza del Documento Preliminare nazionale, per governare correttamente le trasformazioni.
Sono i processi già ampiamente sperimentati in Europa, attraverso i piani strategici dei primi anni Novanta, quali "Ile de France 2000", Bavaria 2000", Barcellona 2000" etc., che hanno prodotto, oggi, le straordinarie trasformazioni nelle maggiori città europee.
Insomma, per far vivere, anche in Italia, l'aforisma anglosassone "project to protect". La Qualità del Progetto è, evidentemente, condizione per la qualità dell'opera: naturalmente il Progetto inteso come il processo che va dal "master plan" fino al "facility management".
La prima domanda allora è: quali sono, generalmente, nel nostro Paese, i tempi e i costi di realizzazione di un opera pubblica, e sono rispettati?
La risposta è: generalmente dominano le varianti, dunque i tempi di realizzazione si moltiplicano, e i costi lievitano impunemente, e talvolta l'opera nemmeno si conclude.
Allora sorge spontanea una seconda domanda: quali sono generalmente, i tempi e i costi del Progetto?
La risposta è: per la progettazione i tempi sono per lo più strettissimi, e i ribassi, per lo più, oltre i limiti di qualsivoglia buon senso, soprattutto oggi, dopo il decreto Bersani.
Infine una terza domanda: ma le procedure in genere utilizzate per l'affidamento degli incarichi, ovvero il prezzo più basso o, al più, le gare con l'offerta economicamente più vantaggiosa, garantiscono la competizione tra i progetti?
La risposta è: solo i Concorsi di progettazione, e non le gare, garantiscono il principio comunitario della concorrenza tra progetti.
Allora tutto è più chiaro per la qualità: piani strategici flessibili, project financing, copianificazione, accordi di programma, perequazione, poi master plan per la programmazione dei progetti, infine concorsi di architettura.
Naturalmente, nel particolare, bandi di qualità, giurie e giudizi trasparenti.
Per la riqualificazione urbana ed ambientale, per la rigenerazione sostenibile delle nostre periferie degradate, per essere i primi nella competizione globale sul turismo qualificato e l'industria culturale, per il rilancio dell'industria delle costruzioni, per il coinvolgimento anche delle giovani professionalità, è ormai necessario selezionare, nell'universo delle norme del nuovo Codice degli Appalti, regole certe, efficaci e trasparenti, che semplifichino le procedure.
Dunque sarà ancora una Legge per La Qualità Architettonica la perseverante e tenace richiesta degli Ordini al Governo nazionale, dopo che solo alcuni stralci delle leggi Melandri e Urbani sono stati recepiti nella legislazione vigente.
Tuttavia, in attesa che ciò avvenga, il CNAPPC, proprio alla luce della normativa vigente, offre un proprio contributo semplificativo: un "Manuale di Buona Pratica".
Come la MICQP francese, anche il CNAPPC, in occasione del 7° Congresso Nazionale, propone il suo manuale de "bonne pratique" ai congressisti.
È un primo passo dell'impegno volto a rilanciare una via italiana verso la "Democrazia urbana per la qualità".
Il Manuale è frutto dell'intenso e proficuo lavoro prodotto dal Dipartimento LL.PP. del CNAPPC.
A Massimo Gallione, Presidente del Dipartimento, e a tutti i colleghi che hanno partecipato, il mio personale e profondo ringraziamento.
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Il manuale di buona pratica per la programmazione delle opere pubbliche ed il concorso di progettazione
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