L’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori in collaborazione con AIDIA - Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti, della provincia di Venezia, lo scorso 20 settembre hanno ospitato, presso lo spazio MAC, Micromega Arte e Cultura di Venezia, una mostra itinerante dal titolo (IN)VISIBILI, ideata dal collettivo femminile francese Mémo, (Mouvement pour l’équité dans la maîtrise d’oeuvre – con sede a Parigi).
Questa mostra, nata quasi per caso è partita da Nantes nel novembre 2023, e stata poi esposta a Tolosa, e dopo Venezia, dove è rimasta fino al 2 ottobre, proseguirà per Parigi, Bologna e Barcellona.
La mostra ha per soggetto le architette del ‘900 che sono state dimenticate dalla storia, obnubilate da figure maschili predominanti di fama mondiale.
Si compone da una serie di volti femminili colorati in formato A2, sopra i quali sono stati applicati dei tessuti trasparenti su cui sono disegnati in bianco e nero i volti maschili corrispondenti. Così, a titolo di esempio, a colori la poco nota Lilly Reich è coperta dal velo del famoso Mies Van der Rohe, e altre coppie famose come Marion Mahony e Frank Lloyd Wright, Aino Marsio e Alvar Aalto, ecc. I ritratti maschili son appunto gli architetti che, per motivi di opportunità storico sociale, sono assurti all’onore della fama mentre le colleghe che hanno lavorato con essi, sono state completamente dimenticate.
Il visitatore può alzare fisicamente quel velo e ammirare i volti delle, ahinoi, sconosciute architette che hanno contribuito a rendere grandi e famosi i padri dell’architettura moderna nel mondo.
Durante la cerimonia di apertura l’Ordine APPC e AIDIA di Venezia hanno regalato alla mostra il ritratto di una (IN)VISIBILE locale, ovvero l’Architetta Egle Renata Trincanato, vissuta all’ombra del famoso Professor Giuseppe Samonà, direttore e rifondatore dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (Iuav) chiamandovi come docenti i migliori architetti dell’epoca, tra i quali, Albini, Astengo,Gardella, Belgioioso, De Carlo… “per un edificare” come egli diceva “che meglio corrisponda alle esigenze umane”.
Il gesto ha voluto arricchire la mostra di un ulteriore significato simbolico intrinseco, sperando che la mostra ad ogni tappa si possa arricchire di altre figure femminili dimenticate dalla storia, ma determinanti per l’architettura.
Lo stesso giorno dell’apertura della mostra, OAPPC e AIDIA di Venezia hanno dato spazio a una tavola rotonda, in diretta FB e ancora fruibile nella pagina FB dell’OAPPC di Venezia (https://www.facebook.com/OrdineArchitettiVenezia/videos/1028056558795762 https://www.facebook.com/OrdineArchitettiVenezia/videos/512586291712684), a cui hanno partecipato, oltre al collettivo Mémo, composto dalle Architette: Anne Labroille, Rossella Gotti, Aurelie Vanhove e Solene Pasztor; la Vicepresidente del CNAPPAC Arch. Alessandra Ferrari, la Consigliera CNAPPC già ex Presidente OAPPC di Venezia Anna Buzzacchi, la Presidente AIDIA di Venezia e Consigliera OAPPC di Venezia, Arch. Alberta Baldin, la consigliera del Consiglio Nazionale AIDIA Arch. Sara Sbetti, la Consigliera di Treviso Martina Cafaro; serata che ho moderato in qualità di Segretario dell’OAPPC e Consigliera AIDIA di Venezia.
L’esito della tavola rotonda ha evidenziato come di fatto sia in Italia che in Francia esistano ancora delle disparità legate alla parità di genere per chi lavora nell’ambito dell’architettura, sia per una gap culturale, prova ne sia che gli studenti universitari studiano una storia dell’architettura in cui non esistono esempi femminili di rilievo, perché sono stati semplicemente cancellati, sia per una mancanza anche contemporanea di riconoscimenti premiali o anche di comunicazione concessi alle colleghe architette, che crea un substrato disincentivante per le giovani che abbiano intenzione di intraprendere la carriera di architetto.
Il risultato è che nonostante alla partenza universitaria gli studenti in architettura siano in maggioranza di sesso femminile, queste stesse si vedono costrette a cedere il passo durante la loro carriera ai colleghi, per ragioni legate per lo più alla cura familiare.
Degna di nota, inoltre, l’iniziativa dell’OAPPC di Treviso che ha deliberato di stampare i timbri professionali per le colleghe, al femminile: architetta, quindi.
Gae Aulenti, una delle architette più famose, ironicamente era solita dire: “L’architettura è un mestiere da uomini ma io ho sempre fatto finta di nulla”.
Oggi vorremmo dire che l’architettura è un mestiere per persone appassionate sperando che il genere non debba essere più una discriminante sul talento.
Valentina Fanti
Segretario dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Venezia