Una serie di operazioni urbanistiche in programma a Matera suscitano viva preoccupazione da parte dell’Ordine provinciale. Tanto da spingere il presidente Francesco Gioia a prendere ufficialmente posizione indicando gli elementi di forte criticità che emergono dai programmi in divenire.
In particolare l’attenzione è attirata dall’intervento "Matera 90" nella zona a sud della città cui il Consiglio comunale ha dato l’ok, accanto a due altre operazioni: Mulino Alvino e Contrada Granulari. La preoccupazione nasce dal timore di un eccessivo appesantimento del carico urbanistico e da una concreta minaccia delle aree verdi esistenti. L’Ordine di Matera vede prevalere scelte che, a volte in deroga agli strumenti urbanistici vigenti, sembrano andare nella direzione di ulteriori cementificazioni a discapito di azioni di recupero, riuso edilizio e di freno al consumo di suolo.
“La città è da ritenersi come entità organica nelle sue componenti– afferma il presidente Gioia – pertanto dovrebbe essere pensata secondo una visione strategica complessiva e condivisa che al momento non si percepisce, preferendo interventi in deroga o concepiti settorialmente e trascurando serie azioni tese alla riqualificazione funzionale e ambientale nonché al recupero del patrimonio edilizio esistente.
La cultura europea più avanzata ha da tempo concepito lo sviluppo della città attraverso la riqualificazione ambientale e dei servizi piuttosto che con ulteriori allargamenti del tessuto edificato, anche per non confliggere con le doverose azioni di recupero delle periferie, vero banco di prova di concrete e innovative politiche di inclusione sociale e di adeguate offerte di spazi collettivi, abitazioni e aree produttive”.
Gli architetti materani auspicano che i programmi di sviluppo territoriale utilizzino chiari strumenti urbanistici con il massimo livello di coinvolgimento professionale, di partecipazione e di condivisione delle scelte. Perché queste condizioneranno la trasformazione della città e il suo ruolo nel panorama nazionale e internazionale.