Il concetto dell’agopuntura urbana è ormai largamente condiviso e praticato in molti paesi ed è stato fatto proprio da un programma in corso attualmente ad Asti. Si chiama infatti “Architetture Sottili. Piccoli interventi di agopuntura urbana” ed è promosso dall’Ordine della provincia piemontese che si assume il compito di coordinare un lavoro collettivo di grande interesse. 18 gruppi di lavoro che comprendono 47 architetti under 40 sono già al lavoro per immaginare una serie – 18 appunto – di piccoli interventi che comportino un impegno economico contenuto ma che siano in grado di migliorare i luoghi della città che hanno urgente bisogno di vita, bellezza e anche ordine.
“Ci siamo posti tre obiettivi”, afferma Domenico Catrambone, membro del comitato organizzatore. “Dimostrare che si può migliorare una città anche co una somma di azioni minime, purché guidate non da casualità ma da un progetto comune. Inoltre è importante riuscire a capire come affrontare e risolvere i principali problemi che affliggono le nostre città, dallo stato delle periferie alla mobilità e alla tutela del patrimonio storico e del paesaggio. Senza dimenticare che questa è un’occasione importante per fare capire ai cittadini il ruolo degli architetti, che attraverso la loro professionalità possono contribuire a migliorare la vita nelle città”.
I lavori proposti dai 18 gruppi – che avranno l’occasione di incontri con architetti di livello internazionale – saranno consegnati alla fine di novembre e nelle settimane successive si terranno gli eventi di chiusura. Esposizione dei progetti per una conoscenza da parte dei cittadini, dibattiti e lectio magistralis per un’analisi e un confronto a più livelli. Un patrimonio di proposte – architettoniche, urbanistiche e di metodo – che rappresenta un contributo importante per una trasformazione equilibrata e di qualità della città.
Il progetto Architetture Sottili è il proseguimento di un’attività che l’Ordine di Asti sta promuovendo da alcuni anni, sforzandosi di porre a confronto le tematiche urbane locali con quanto avviene nelle principali realtà italiane ed europee. Una tappa fondamentale di questo percorso è stato A.S.T.I. FEST, Festival dell’Architettura astigiana che si è svolto lo scorso anno. Un’occasione per fare conoscere l’esperienza di realtà urbane simili a quella astigiana che hanno affrontato e risolto le criticità attraverso interventi sul piano della qualità architettonica, la sostenibilità ambientale ed economica e il miglioramento delle condizioni sociali degli abitanti.
“L’iniziativa di quest’anno rappresenta un ulteriore passaggio – afferma Marco Pesce membro del comitato organizzatore di Progetto Architetture Sottili – perché i progetti riguardano ambiti urbani pubblici non strategici di Asti: i casi-studio sono emblemi di criticità presenti nella realtà urbana astigiana, ma sono al contempo custodi di positività inespresse, potenzialità che, adeguatamente stimolate, possono essere in grado di trasmettere i benefici al loro intorno, sprigionare energia creativa e indurre un positivo effetto a catena.Un’agopuntura urbana quindi, fatta di progetti sostenibili con il compito di apportare innovazione, autenticità, migliore vivibilità e senso di benessere all’intero corpo della città”.