A Bologna prende le mosse un’operazione di riqualificazione e costruzione di alcune scuole sulla base di un Protocollo di Intesa tra Comune, MIUR e Inarcassa, che parteciperà con un finanziamento di alcuni milioni di euro. Ma nella documentazione relativa non esiste alcun riferimento all’utilizzo dello strumento del concorso per l’assegnazione dei progetti, se non un generico impegno del Comune di Bologna affinché una parte delle attività di progettazione sia affidata a giovani professionisti.
Questa situazione ha spinto il presidente dell’Ordine della provincia di Bologna, Pier Giorgio Giannelli, a scrivere una lettera alla presidente di Inarcassa Paola Muratorio per esprimere il disaccordo su un’impostazione che nega la funzione del concorso.
“Il Concorso di Architettura aperto – si legge nella lettera – è lo strumento che maggiormente si presta per rispondere alle istanze di qualità dell’architettura, della città, dei servizi, che provengono dalle nostre comunità. Il Concorso porta a compimento alcuni principi fondanti delle società moderne e democratiche: trasparenza dei processi decisionali, riconoscimento del merito e pari opportunità. Oltretutto spesso vi si affermano i giovani talenti, che non hanno altri mezzi per acquisire incarichi di questo livello e che, attraverso la vittoria di una competizione progettuale possono avviare una carriera professionale soddisfacente”.
Le affermazioni contenute nel Protocollo sulle garanzie verso i giovani professionisti sono considerate indefinite, generiche e parziali e si prestano alla formazione di una zona grigia discrezionale sulle scelte dei professionisti cui affidare gli incarichi.
“L’Ordine degli Architetti di Bologna – continua la lettera – da diversi anni cerca di stimolare il Comune nell’utilizzo dello strumento concorsuale, purtroppo con risultati assai modesti. In particolar modo in questo caso, un progetto pilota di cui una parte non secondaria è sostenuta dalla nostra cassa di previdenza e assistenza, che sosteniamo e di cui siamo i veri proprietari, ci aspettiamo che Inarcassa condivida la nostra posizione e ponga in essere ogni iniziativa utile in favore della selezione di progetti di qualità, e non di singoli progettisti, effettuata con un concorso aperto. L’Ordine degli Architetti di Bologna e il Consiglio Nazionale hanno le competenze, le risorse umane e la tecnologia da mettere a disposizione gratuitamente per organizzare una serie di concorsi per le nuove scuole di Bologna, con tempi contingentati e rapidi.
Più che un richiamo alla normativa vigente in materia di affidamenti, facciamo appello al senso etico che dovrebbe pervadere i bravi amministratori, soprattutto quelli che amministrano i nostri risparmi: sarebbe davvero imbarazzante se proprio una parte degli architetti, Inarcassa in questo caso, condividesse e facesse parte di processi decisionali che vanno in senso contrario alla tanto dichiarata trasparenza, meritocrazia, condivisione, ricerca della qualità; in una parola, in senso contrario alla modernità”.