Nel corso della storia dell’architettura, il progetto ha sempre rappresentato lo strumento necessario per restituire significato all’ esistente. L’ idea di patrimonio, oltre a riconoscere il valore storico, culturale e testimoniale, deve riconoscere anche un valore del potenziale trasformativo del costruito per accogliere i nuovi modi dell’abitare, assumendo un significato di opportunità di rinnovamento e un valore di risorsa per i territori. Il progetto del patrimonio costruito richiede un’azione interdisciplinare unitaria, e, quindi, un aggiornamento delle competenze per poter governare la complessità del processo progettuale architettonico ed urbanistico e per avvalorare un pensiero progettuale di lunga durata ed agire per uno sviluppo durevole.
È stato questo il filo conduttore del mio intervento al Convegno sul tema del “patrimonio culturale come risorsa nella transizione ecologica”, promosso, nell’ambito del Salone Internazionale del Restauro, dal CNAPPC e dall’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Ferrara per richiamare l’attenzione sul ruolo e la responsabilità che la comunità degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori assume in questa fase che prelude a grandi trasformazioni dell’ ambiente naturale e costruito con le conseguenti ricadute sugli equilibri economici e sociali.
Nei suoi saluti introduttivi il Presidente dell’Ordine di Ferrara, Paolo Rubin, ha rivendicato la gestione dell’intero processo di restauro come compito dell’ architetto, unica figura professionale con una formazione idonea a gestirne la complessità, mentre il Presidente del CNAPPC, Francesco Miceli, ha richiamato la centralità del progetto come processo complesso che richiede una fase di “transizione” anche del nostro sistema professionale in relazione a nuovi compiti e “ad un’idea di futuro” che dobbiamo saper mettere in campo.
Gli interventi di Stefano Musso dell’Università di Genova, Francesco Trovò dell’Università IUAV di Venezia, Paolo Faccio dell’ Università IUAV di Venezia, Anna Carulli, Presidente nazionale di INBAR, Alessandro Bozzetti di Spc srl-Assorestauro, Pietromaria Davoli e Marta Calzolari dell’ Università degli studi di Ferrara hanno affrontato vari aspetti dell’azione sul patrimonio costruito, come risorsa nei processi di mitigazione climatica.
A breve la registrazione dell’evento verrà diffusa in streaming in differita.
Anna Buzzacchi
Responsabile del Dipartimento Patrimonio culturale, ambiente, sostenibilità