Il Sole 24Ore 
28 aprile 2015
Gianni Silvestrini

 

 

La sicurezza energetica, gli impegni climatici e le difficoltà del comparto edile impongono un salto di qualità nella riqualificazione dei nostri immobili. Le detrazioni fiscali hanno consentito di ottenere ottimi risultati e va garantita per alcuni anni la continuità di questo strumento. Ma va ricordato che il 98% degli interventi realizzati con le attuali incentivazioni per il risparmio energetico riguardano i singoli appartamenti, con risparmi del 20-25%. Adesso occorre invece pensare alla riqualificazione energetica spinta di interi edifici, in grado di ridurre i consumi energetici del 60-70% con interventi integrati sull’involucro e sugli impianti. Una scelta coerente con la strategia di decarbonizzazione al 2050 prevista dall’Europa. L’avvio di una riqualificazione “spinta” consentirebbe di accedere a quello che potremmo definire il nostro giacimento di “shale gas”. Parliamo del metano che risparmieremmo grazie alla riduzione drastica dei consumi del parco edilizio. Un percorso che garantirebbe inoltre straordinari vantaggi occupazionali e innescherebbe positive dinamiche imprenditoriali. Questo salto di qualità potrà avvenire solo in presenza di nuovi strumenti finanziari e rivedendo le modalità stesse di riqualificazione degli edifici. 

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In Italia sono state avanzate diverse proposte per reperire le risorse pubbliche e private necessarie. Il Green Building Council Italia e Legambiente hanno richiesto di inserire nelle nuove Linee guida sui certificati bianchi una voce specifica per gli interventi nell’edilizia. Ma per mettere in moto grandi numeri occorrono strumenti nuovi. 

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