"Il nostro impegno sarà quello di mettere al centro non solo della nostra comunità professionale, ma soprattutto della società italiana il ruolo decisivo degli architetti e della nostra professione. Mi piace sottolinearlo nel momento in cui avvio il mio impegno nella prestigiosa carica di Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e nel corso di una iniziativa pubblica dedicata a Giancarlo De Carlo, grande architetto e urbanista, ma soprattutto grande uomo di cultura”.
Così Francesco Miceli, neo Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, intervenendo al Convegno di studi “Giancarlo De Carlo: dalle opere alle idee, l’attualità del suo pensiero” organizzato dagli Ordini degli Architetti PPC delle Province di Siena e Pesaro-Urbino in occasione degli oltre cento anni dalla nascita dell’architetto. Alla iniziativa hanno partecipato anche gli Ordini degli Architetti PPC della Province di Ancona, Venezia, Matera, Catania, Genova, Ravenna, Terni, Rimini e l’Ordine degli Ingegneri e Architetti della Repubblica di San Marino.
“Nel momento in cui tutti noi ci interroghiamo sul futuro dell’architettura e sul futuro delle nostre città l’opera e gli insegnamenti di De Carlo tornano utili nell’affrontare questi temi come quello, ad esempio, della permeabilità tra spazio pubblico e spazio privato”.
“Un insegnamento che si mostra - oggi, in particolare - di grande attualità: temi come la transizione ecologica, il futuro delle città, l’intervento infrastrutturale nelle grandi aree urbane nel contesto di ripresa e rinascita del Paese, devono essere basati su una base solida di riflessione. De Carlo è ancora oggi una grande fonte di ispirazione, con importanti indicazioni e lezioni da seguire."
“Il futuro delle città - ha concluso Miceli - sarà dunque sempre di più un futuro che non può prescindere da un processo di partecipazione e in questo senso la teoria di De Carlo mostra tutta la sua attualità. Ciò per aiutarci a trovare e approfondire, ad esempio, una terza strada tra formalismo o funzionalismo”.