“Speriamo che questo non sia un pessimo antipasto di quello che potrà succedere con le Olimpiadi romane: un antipasto che prevede la “bella iniziativa” del CONI sulla riqualificazione e realizzazioni di impianti sportivi nelle periferie urbane e nelle aree svantaggiate secondo quanto previsto dal "Fondo Sport e Periferie” (G.U. 23/1/2016 n. 18) che rivela ancora una volta come le partecipate pubbliche abbiano in spregio il libero mercato e i progettisti italiani. Si scopre, infatti, che una volta selezionate le proposte di rigenerazione - grazie ai progetti degli architetti su incarico di associazioni sportive - è previsto che il finanziamento, i progetti e le Direzione dei lavori vengano gestiti internamente dal CONI che avrebbe costituito un apposito ufficio romano”.
Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
“Chiediamo  - continua -  un intervento immediato del presidente del CONI, Giovanni Malagò,  perchè chi ha elaborato gli studi di fattibilità e passato la selezione per il finanziamento sia incaricato dell'intero progetto, secondo i principi di necessaria unità del processo di progettazione previsti dall'approvando nuovo Codice appalti, ma soprattutto nel rispetto del diritto di chi ha concepito l'idea progettuale di poterla svolgere fino in fondo e che non può essere defraudato da misteriosi tecnici pagati dallo Stato".
 “Al presidente Malagò -  conclude Freyrie  - voglio ricordare che tra i compiti del CONI dovrebbe esserci quello di valorizzare il merito dei giovani e non di costituire società di ingegneria interne".


Roma, 1 marzo 2016

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