Corriere Del Trentino
15 marzo 2017
Gabriella Brugnara
Affonda le radici nell’antichità la prospettiva che guarda all’arco alpino come «sistema». Si pensi a testimonianze quali il Trofeo delle Alpi , eretto a La Turbie nel 6 a.C. in onore di Augusto per commemorare la definitiva sottomissione di 46 tribù alpine, o alla descrizione delle Alpi che Strabone propone nel libro quarto della Geografia , considerandole una sorta di macroregione a sé stante.
Da analoga consapevolezza scaturisce Architettura Arco Alpino , la rassegna promossa da Architetti arco alpino, l’associazione che raccoglie sotto le proprie insegne (AAA) nove ordini di Architetti (con 14.000 iscritti) che, da Cuneo a Udine, «vedono nell’alta quota italiana un tratto comune, quotidiano, decisivo e perentorio dei propri territori. Alla base — spiega Alberto Winterle presidente di AAA — l’idea di affrontare una riflessione complessiva sull’architettura dell’arco alpino, nella convinzione che a legare questi luoghi ci siano temi, condizioni morfologiche, sociali, politiche e culturali».
246 i progetti (realizzati) partecipanti, 22 i finalisti individuati da una giuria d’eccezione composta da Bernardo Bader (Austria), Sebastiano Brandolini (Italia) e Quintus Miller (Svizzera), 4 i vincitori che saranno svelati venerdì 17 a partire dalle 18 durante l’inaugurazione della mostra diffusa, che avverrà contemporaneamente in nove sedi dell’arco alpino (...)
Architetto Winterle, lo scorso anno è nata l’associazione Architetti arco alpino. Perché è importante un ragionamento complessivo sul «sistema» Alpi?
«Attraverso i diversi premi e le iniziative, nella nostra regione non mancano le occasioni di confronto, ma si tratta spesso di sguardi locali. La nostra associazione nasce con l’obiettivo di intervenire su due livelli. Il primo mira a facilitare i rapporti e a diffondere le informazioni nei territori aderenti, l’altro contempla l’impegno di estendere la prospettiva di analisi, per elaborare un ragionamento complessivo sull’arco alpino».
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