Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
29 dicembre 2015
Chiara Bussi

 

Professionisti, ma anche il popolo delle partite Iva e i freelance. Con o senza albo. Una platea ad ampio raggio che vale il 12,5% del Pil e che dal 2016, in virtù della legge di Stabilità, potrà attingere ai fondi Ue della programmazione 2014-2020, con pari dignità rispetto alle Pmi.

La novità, introdotta dopo un percorso a ostacoli durante l'iter parlamentare del disegno di legge, accoglie la raccomandazione della Commissione Ue del 2013, che chiedeva al nostro Paese di allinearsi ai partner europei ed estende su base nazionale l'esperienza di alcune regioni che hanno fatto da battistrada. «La misura - spiega il sottosegretario allo sviluppo economico Simona Vicari - è il risultato del Tavolo delle libere professioni istituito dal nostro ministero con i rappresentanti delle varie categorie. Complessivamente negli ultimi tre anni sono stati destinati dalle regioni ai liberi professionisti circa 260 milioni di euro attraverso il Fondo sociale europeo. Il nostro obiettivo era estendere questi strumenti anche al Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale che finanzia il digitale, l'innovazione e la ricerca, che potrà rappresentare un volàno per le professioni rese vulnerabili dalla crisi e renderle più competitive a livello europeo ».

(...)

 

vai alla pagina web de Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio con il testo dell'articolo

 

Professionisti, accesso ai fondi Ue Fra aggregazioni e appalti esteri. Franceschini: passo avanti concreto. Armani: «La realtà resta complessa»

Corriere del Trentino
29 dicembre 2015
Enrico Orfano

 

La legge di Stabilità 2016 consente ai professionisti di accedere ai Fondi europei. Una possibile spinta ad aggregazioni fra studi, in modo da essere attrezzati a cogliere le opportunità anche internazionali. Per Alessandro Franceschini (architetti) si tratta di un passo avanti concreto. Stessa cosa vale anche per Antonio Armani (ingegneri), che però avverte: andare all’estero è difficile «e le aggregazioni non sono una panacea». 

L’accesso ai bandi europei «è stato in forse fino alla fine» ricorda Armani, presidente dell’Ordine degli ingegneri. «Non abbiamo ancora chiarezza sui contenuti, ma diciamo che la cosa si fa interessante se ci si può aprire a innovazione, ricerca di lavori da eseguire in cordata, bandi per attività all’estero». Per Franceschini, vicepresidente dell’Ordine degli architetti, «i fondi europei sono un’opportunità, ma occorre affinare la capacità di intercettare i bandi. Finora sono poche le agenzia in grado di coglierli e di mettere in contatto di conseguenza studi professionali e amministrazioni pubbliche». L’esempio tipico sono i fondi europei destinati alla ristrutturazione degli immobili. Occorre un soggetto in grado di selezionare i bandi, un’amministrazione interessata e uno studio in grado di partecipare e vincere. 

(...)

 

Mappa del sito