architetti.com
20 dicembre 2016
Marcello Balzani

 

In chiusura di questo primo triennio sperimentale sulla formazione permanente, cerchiamo di fare il punto della situazione con l’architetto Ilaria Becco, Coordinatore del Dipartimento formazione e qualificazione professionale del CNAPPC.

Questo triennio, come tutti sanno, richiedeva di maturare 60 CFP (20+20+20) con un obbligo annuale di 10 CFP, di cui almeno 4 in materia di deontologia professionale. Nel successivo triennio “a regime”, (dall’01/01/2017 al 31/12/2019) e per i trienni successivi, saranno richiesti ancora 60 CFP di cui almeno 12 sulla deontologia professionale, con una verifica dell’adempimento dell’obbligo su base triennale.

È bene ricordare che, inizialmente, i CFP obbligatori dovevano essere 90, anziché 60, e con obblighi annuali di acquisizione dei crediti. Sarà ammissibile riportare i crediti maturati in eccesso da un triennio al successivo nel limite massimo di 20 CFP.

(...)

Quali strumenti per il futuro della formazione architetti?

Ilaria Becco ci fa comprendere come sia complesso questo percorso e come sia necessario un approccio pragmatico e partecipato nelle scelte. Alcune ipotesi di miglioramento, a suo parere, sono le seguenti:

- Maggiore interscambio e condivisione delle attività formative tra ordini territoriali (le cose buone che si fanno in giro per l’Italia vanno condivise!);

- Migliore gestione dei crediti e trasferimento su Albo Unico (che può rendere quindi visibile un percorso curricolare di formazione);

- Maggiore possibilità da parte degli iscritti di poter scegliere da un’offerta varia e diversificata e di verificare la sua posizione in ogni momento;

- Migliore gestione ed elaborazione dei dati su scala nazionale al fine di individuare politiche formative rispondenti alle reali esigenze.

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