Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
29 luglio 2016
Giuseppe Latour
Soffocare nella culla lo strumento dell'accordo quadro per la progettazione. Dopo la prima applicazione in assoluto delle nuove tipologie di bandi previste dal Dlgs n. 50 del 2016, per i professionisti non sono necessarie prove di appello. La strada imboccata dall'Anas, e che altre stazioni appaltanti potrebbero seguire, è chiara: requisiti alti, limiti alla concorrenza e gare strutturate in modo da escludere i piccoli. Così, anche se le società di ingegneria difendono l'esperimento, per le partite Iva il nuovo giocattolo va completamente smontato, perché viola il divieto di aggregazione artificiosa degli appalti, previsto dalla legge delega, e perché non dovrebbe essere utilizzato, come invece è avvenuto, per le prestazioni più complesse. E' nel correttivo in calendario per il 2017 che, quindi, dovrebbe arrivare una consistente riforma, tornando forse addirittura a vietare questo tipo di accordi per la progettazione.
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Architetti: bando in contrasto con il divieto di aggregazione artificiosa
Dello stesso avviso Rino La Mendola, vicepresidente degli architetti italiani. «Lo strumento non ci convince a monte, perché va in contrasto con i principi della legge delega: qui, infatti, veniva vietata l'aggregazione artificiosa di appalti, con l'obiettivo di favorire i piccoli operatori economici. Di fatto, l'accordo quadro fa esattamente il contrario perché accorpa i servizi, consentendo di lavorare solo a operatori capaci di rispettare requisiti elevatissimi. Così si chiude il mercato». Al giudizio negativo sul Codice, si aggiunge quello relativo all'applicazione fatta dall'Anas. «Individuando solo un operatore economico, si rende lo strumento ancora più restrittivo. Ed è un peccato, perché avevamo fatto un grande sforzo per inserire nelle linee guida Anac la possibilità di sostituire i requisiti di fatturato con le polizze. Invece, adesso ci ritroviamo con questo». All'indomani della pubblicazione dei primi bandi, insomma, bisogna evitare che l'esperienza si ripeta: «Chiederemo che questo sistema venga rivisto nell'ambito del correttivo, vietandolo, perché c'è il pericolo che porti grandi distorsioni se applicato da altre stazioni appaltanti».