Corriere della Sera 
10 maggio 2015
Dario Di Vico

 

Dalle guglie del Duomo a quelle dell’Unicredit tower. Un’intera pagina sul Financial Times per descrivere il «Milan’s makeover», la trasformazione della città che ospita l’Expo. L’autrice e corrispondente del giornale, Rachel Sanderson, racconta la realtà di una città che grazie ai progetti di Porta Nuova e Citylife sta cambiando il suo skyline e si sta dando una nuova identità. 

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Marciapiedi per bambini

Sta cambiando all’estero la percezione di Milano? Non è più la città «grigia e triste» che la stessa Sanderson dice di aver conosciuto negli anni passati prima di scappare a Roma e poi tornare? «Sembra proprio di sì - risponde Leopoldo Freyrie, milanese e presidente dell’Ordine nazionale degli architetti -. Porta Nuova ha avuto un effetto positivo anche per come si è occupata dello spazio pubblico. Dal Duomo fino a piazza Gae Aulenti è nata una lunghissima passeggiata che i milanesi hanno fatta loro. E l’aria frizzantina che si respira in città è dovuta proprio a queste novità». 

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Se la percezione di Milano è in via di mutamento i nostri interlocutori pensano che sia questa l’occasione per far meglio e avanzano qualche consiglio. Per Freyrie l’innovazione urbana non deve restare elitaria ma investire anche periferie e semi-periferie: «Si costruisca social housing ma lo si integri con le funzioni della città». 

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