AdnKronos
28 aprile 2015 

 

"La vera sfida del nuovo Codice degli Appalti deve essere quella di usare la leva della buona architettura contro mafie e corruttele. E' il principio dell'unità del progetto nelle fasi preliminari, definitive ed esecutive che deve essere recuperato per definire, accanto alla garanzia del diritto d'autore, la responsabilità di chi progetta". Ad affermarlo in una nota è Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

Il senatore Zanda, sottolinea, "va al cuore del problema quando afferma che 'dobbiamo ridare al progetto la centralità che deve avere. Se non lo facciamo non possiamo poi lamentarci della necessità di varianti in corso d'opera. Un buon progetto non può avere sorprese'".

Se con il nuovo Codice finalmente, il Governo e il Parlamento, continua, "decideranno che nelle gare si vince sulla base di criteri di qualità del progetto, non solo avremo buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo, ma avremo anche inferto un colpo molto serio alle mafie, che sugli appalti pubblici hanno costruito le fondamenta della loro economia. Avremmo anche finalmente la possibilità di assicurare ai cittadini italiani una buona opere utili e belle".

 

Architetti, sfida Codice sia centralità

ANSA
28 aprile 2015 

 

"La vera sfida del nuovo Codice degli appalti deve essere quella di usare la leva della buona architettura contro mafie e corruttele", seguendo "il principio dell'unità del progetto nelle fasi preliminari, definitive ed esecutive", recuperato per definire, accanto alla garanzia del diritto d'autore, "la responsabilità di chi progetta". A pensarla così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, secondo cui il senatore Luigi Zanda (Pd) "va al cuore del problema", quando afferma che "dobbiamo ridare al progetto la centralità che deve avere. Se non lo facciamo non possiamo poi lamentarci della necessità di varianti in corso d'opera". Per il vertice dei professionisti, "se con il nuovo Codice finalmente il Governo e il Parlamento decideranno che nelle gare si vince sulla base di criteri di qualità del progetto, non solo avremo buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo, ma avremo anche inferto un colpo molto serio alle mafie, che sugli appalti pubblici hanno costruito le fondamenta della loro economia. Avremmo anche finalmente la possibilità di assicurare ai cittadini italiani opere utili e belle", conclude Freyrie. 

 

Mappa del sito