Il Sole 24Ore 
16 aprile 2015
Maria Chiara Voci

 

 

Non solo e non più “semplice” architettura. La costruzione della città contemporanea esce dai disegni e dalle piante in scala degli studi di progettazione e ritorna in mano ai cittadini. Che decidono con l’uso di uno spazio quale sarà la sua vocazione futura. L’idea arriva dagli spazi del Salone del Mobile e dai numerosi ospiti che si confronteranno sul “set cinetelevisivo” del format 500x100Talk.

«La città contemporanea – spiega Maurice Culot, architetto e urbanista, che lavora a Parigi e Bruxelles – non è altro che una città tradizionale, ma democratica. Un luogo in cui i cittadini possono essere ascoltati ed esprimere le proprie scelte». Prosegue Helen Romano, directeur régional opérationnel Grand Paris per Nexity: «La città contemporanea è prima di tutto un mosaico di persone, un flusso continuo, una diversità sociale, una dinamica economica. Il progetto urbano è un lavoro interdisciplinare di architetti, sviluppatori, sociologi, politici e diventa un’esperienza di successo quando riesce a mobilitare energie positive e a coinvolgere il maggior numero di attori nel rinnovamento degli spazi».

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