Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
27 marzo 2015
Giuseppe Latour
Dopo una partenza falsa, il recepimento delle direttive in materia di appalti è stato avviato nella maniera giusta dalla commissione Lavori pubblici del Senato. È questa la sensazione che si respira tra imprese e professionisti, commentando le parole del relatore del Ddl in discussione a Palazzo Madama, Stefano Esposito. Piacciono le norme allo studio su stazioni appaltanti, general contractor, appalto integrato, progettazione. Ma resta qualche punto da chiarire
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Architetti
«Nelle indicazioni del relatore ci sono davvero molti elementi che recepiscono il nostro contributo», dice Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio nazionale degli architetti. «Penso alla tutela della trasparenza, al sorteggio delle commissioni di gara, al rating di legalità». Un punto importante riguarda la questione della divisione tra impresa e progettista. «Riteniamo che sia indispensabile garantire la separazione dei ruoli tra controllore e controllato, tra progettista e direttore dei lavori. In questo senso, non apprezziamo l'uso indiscriminato dell'appalto integrato fatto negli ultimi anni».
Qualche ulteriore integrazione del Ddl delega potrebbe, però, ancora arrivare. «Ci auguriamo che, oltre agli elementi che sono già emersi, si prenda qualcosa dalla recente determina dell'Anac sui servizi di progettazione. Penso alla necessità di ridurre drasticamente i requisiti tecnico economici che oggi sbarrano la strada all'accesso dei professionisti alle gare». Senza contare il tema dell'incentivo del due per cento. «La progettazione va esternalizzata, vanno divisi i ruoli, il dipendente pubblico deve preoccuparsi prioritariamente della fase di controllo, dalla programmazione fino al collaudo».
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