Laggiù, quasi alla fine del mondo, la potenza sprigionata dalla terra è stata impressionante. Il Cile, negli ultimi 50 anni, è stato colpito da sette spaventosi terremoti, di magnitudo compresa tra 7,8 e 9,5 gradi della scala Richter. È uno dei Paesi a più alto rischio tellurico, ma da qualche tempo le scosse, anche violente, non provocano disastri epocali. A Santiago, capitale del Paese, 6milioni di abitanti, i danni sono stati modestissimi. Anche quando, lo scorso aprile, la scossa è stata pari a 6,9° Richter. Politici, ingegneri e architetti hanno elaborato normative che, nelle costruzioni, vengono sempre rispettate. L'obiettivo è stato raggiunto: meno perdite di vite umane e forte riduzione dei costi di ricostruzione.Alejandro Aravena - architetto cileno, docente all'Universidad Catolica de Chile e all'Università di Harvard, vincitore del premio Pritzker 2016, l'equivalente del Nobel degli architetti - spiega perché: «I costi della costruzione di edifici antisismici non sono più alti di quelli ordinari; ma è indispensabile che le procedure vengano eseguite correttamente. Che vi sia una tracciabilità, nella progettazione, costruzione e collaudo».
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