Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio - settimanale
1 luglio 2017
Mauro Salerno
Possono tornare a respirare, dopo l'apnea causata dal correttivo appalti, Comuni e imprese a caccia di piccoli lavori. La boccata d'ossigeno arriva dall'Anac di Raffaele Cantone. Ed è contenuta nel parere con cui il presidente dell'Anticorruzione sblocca di fatto la possibilità di tornare ad appaltare al massimo ribasso (con metodo antiturbativa) anche gli appalti di importo inferiore al milione di euro, assegnati con procedure negoziate, snellendo iter e tempi di aggiudicazione rispetto a una gara formale.
Il parere, appena inviato al ministero delle Infrastrutture, risponde ai dubbi che lo stesso ministero aveva avanzato pochi giorni fa sull'interpretazione da dare alla norma del correttivo appalti (il Dlgs 56/2017, in vigore dallo scorso 20 maggio) che ha innalzato da uno a due milioni la soglia di applicazione del massimo ribasso, condizionando però questa possibilità all'utilizzo di «procedure ordinarie» (oltre che con gara su progetto esecutivo). Una formulazione che sembrava tagliare fuori tutte le procedure a inviti ammesse, finora senza altre distinzioni, per assegnare le opere di importo inferiore al milione. Conseguenza? Invece di semplificare, la nuova formulazione del Dlgs 50/2016, rischiava di complicare la vita delle stazioni appaltanti, vietando il binomio massimo ribasso-procedura negoziata sotto il milione.
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