Il Sole 24Ore
19 giugno 2017
Francesca Barbieri, Bianca Lucia Mazzei, Valeria Uva
Le professioni provano ad accorciare i tempi per accedere agli albi. Per contrastare la fuga dei giovani - il Miur ha certificato in dieci anni un calo di quasi un terzo dei candidati agli esami - da un lato le casse privatizzate rafforzano le misure di welfare (si veda Il Sole 24 Ore del 3 aprile), dall’altro gli ordini “accelerano” sui tirocini. In che modo? Sfruttando le possibilità introdotte dai decreti «salva-Italia» e «cresci-Italia» che, a partire dal 2011, hanno fissato un tetto massimo di 18 mesi al tirocinio professionale e hanno aperto alla chance di svolgimento abbreviato.
L’obbligo resta quindi di 18 mesi, ma la pratica si potrà cominciare per sei mesi durante l’ultimo anno del corso di laurea. Un modo per rendere più veloce uno dei passaggi obbligati (l’altro è l’esame di Stato) che i laureati devono compiere per entrare nel mercato delle libere professioni.
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Diversa, infine, la strada seguita dagli architetti: per iscriversi all’albo non è necessario aver svolto il tirocinio, però per “accelerare” l’iscrizione gli ordini provinciali di Toscana e Veneto hanno siglato convenzioni con le università per consentire di svolgere stage regolamentati durante gli studi - massimo un anno - finalizzati all’esonero dalla prova pratica all’esame di Stato. «Nelle altre regioni - conclude Paolo Malara, consigliere Cnappc e coordinatore del dipartimento università, tirocinio, esami di stato - i tavoli sono ancora aperti».