ItaliaOggi
3 aprile 2017
Sabrina Iadarola
Un «mestiere antico» quello dell’architetto, come cacciare, pescare, coltivare ed esplorare, per dirla alla Renzo Piano. Che nasce da un bisogno. Dopo la ricerca del cibo, viene la ricerca della dimora. E così l’uomo, insoddisfatto dei rifugi offerti dalla natura, diventa architetto. Mestiere antico ma in continua evoluzione e con un numero crescente di professionisti che si iscrivono all’Ordine. In Italia l’elenco conta oltre 150 mila nomi (156.507 per l’esattezza, secondo i dati forniti dal Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori paesaggisti e conservatori). Che equivale quasi a un terzo di tutti gli architetti europei, nonostante sia acclarato che diventare architetti oggi sia una bella sfida. (...)
Consapevoli che la loro figura professionale sia cambiata sono, in primis, gli stessi architetti. «Siamo passati, ha raccontato Giuseppe Cappochin alla guida del Consiglio nazionale dallo scorso anno, «da un periodo nel quale l’architettura era basata sul concetto di espansione, caratterizzata dal moltiplicarsi di nuove costruzioni, ad un periodo di grave crisi che ha portato a ripensare il modello di sviluppo del nostro paese. Oggi si parla di rigenerazione e contenimento del consumo di suolo e in generale di una visione di città diversa rispetto al passato. L’attività da svolgere è più complessa e richiede una serie variegata di competenze. (...)
Il valore imprescindibile della qualità
I concorsi sono uno dei migliori modi per creare occasioni di lavoro per i neoprofessionisti
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in Allegato le pagine dedicate agli Architetti, con l'intervista al presidente Cappochin