edilportale.com
23 febbraio 2017
Paola Mammarella
Mettere in sicurezza gli edifici prestando attenzione al contesto socio-economico in cui si trovano e consentendo a chi li abita di rimanerci a vivere. È l’idea di fondo del programma “Casa Italia", illustrata dal project manager, Giovanni Azzone, in Commissione parlamentare di inchiesta su sicurezza e degrado delle città.
Il programma sta lavorando lungo due direttici: raccogliere le informazioni sui fattori di rischio presenti nei comuni in un unico database, che potrebbe essere pronto entro marzo, e sviluppare i dieci cantieri tipo per la messa in sicurezza degli edifici senza sradicare gli abitanti dal loro contesto, quindi senza creare zone disabitate né nuovo degrado in agglomerati temporanei e senza identità. (...)
Balducci ha spiegato che il 30% dei 3 milioni 150mila edifici costruiti prima del 1945 si trova nelle aree interne appenniniche. Esiste quindi un doppio elemento di debolezza. Per quanto riguarda il livello di conservazione degli edifici emerge un divario Nord – Sud a vantaggio del Nord. In città come Reggio Calabria, Messina e Catania, al cattivo stato di conservazione si somma il rischio sismico e quello socio – economico.
Casa Italia: ‘finora politiche scarse’
Dal punto di vista delle politiche, ha ricordato, “c'è stato il piano nazionale per le città del 2012, il piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate del 2015 e il programma per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie. (...)
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