Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
16 febbraio 2017
Mauro Salerno
Qualificazione più facile per le imprese; rating di impresa volontario; meno vincoli sull'appalto integrato (con un mini-condono per le Pa rimaste spiazzate dalla drastica entrata in vigore del codice); misure di semplificazione per rendere più rapide le operazioni di gara; marcia indietro sui vincoli troppo rigidi sul subappalto a rischio di censura Ue; ulteriori misure di trasparenza (come l'obbligo di nominare dall'albo Anac almeno il presidente di commissione per gli appalti sopra il milione); obbligo di utilizzare i parametri per determinare i compensi nelle gare di progettazione; innalzamento dal 30% al 49% del tetto al contributo pubblico per i partenariati; esclusione delle manutenzioni dal calcolo dell'80% dei lavori che i concessionari dal 2018 dovranno affidare con gara.
Ci sono misure a 360 gradi nel decreto correttivo del codice appalti che venerdì 10 febbraio ha cominciato la corsa verso il traguardo del 19 aprile, data in cui scade la delega concessa al Governo per eseguire il «tagliando» sulla riforma, entrata in vigore nella stessa data del 2016. Si parte con le consultazioni, poi tra un esame e l'altro di Palazzo Chigi serviranno anche i pareri di Consiglio di Stato, Commissioni parlamentari e Conferenza unificata (vedi anche il grafico). È evidente il tentativo del Governo di dare, questa volta, quanto più possibile ascolto al mercato. Negli 84 articoli che distribuiscono 245 modifiche al Dlgs 50/2016 compaiono infatti misure che danno voce alla maggior parte delle proposte arrivate da imprese, progettisti, amministrazioni, Autorità e anche sindacati (vedi clausola sociale e lavori in house delle autostrade) in questi primi mesi di attuazione. Un primo commento positivo è arrivato dagli architetti, che definiscono la bozza di correttivo «un buon passo in avanti» per il settore.
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L'appalto integrato guadagna spazio
Si allarga, con diverse eccezioni previste dal correttivo, il perimetro dell'appalto integrato. Le stazioni appaltanti, in generale, potranno fare ricorso all'affidamento dell'esecuzione di lavori e della progettazione esecutiva sulla base del definitivo in caso di urgenza o nel caso in cui l'elemento tecnologico e innovativo delle opere sia nettamente prevalente rispetto all'importo complessivo dei lavori. Questa ipotesi è stata ripescata: era già ipotizzata nelle prime bozze del Codice. (...)
Concorsi, incarico al vincitore
Con il correttivo arriva anche una spinta ai concorsi di progettazione. La misura più importante in questo senso riguarda l'obbligo per le amministrazioni di assegnare l'incarico al vincitore della competizione. Il vincolo scatta in tutti i casi in cui il progetto non viene sviluppato all'interno dell'amministrazione e la Pa abbia inserito la clausola nel bando. Dovrebbero così cadere le ipotesi in cui le amministrazioni si riservano di affidare gli incarichi ai vincitori salvo poi scegliere diversamente. (...)