la Repubblica
1 febbraio 2017
Sara Scarafia
La rivincita di Palermo vale 6,4 milioni di euro: ecco quanto pesa il piano di investimenti legato al riconoscimento di Capitale italiana della cultura 2018. Il teatro Massimo, lo Spasimo, i Cantieri culturali della Zisa, ma anche il percorso arabo- normanno targato Unesco e il circuito etno-antropologico, con la Favorita e il museo Pitrè, e quello del waterfront che mette insieme la passeggiata a mare, piazza Magione e la fondazione Valsecchi che sorgerà a Palazzo Butera: saranno questi i luoghi simbolo del 2018, che è anche quello della biennale di arte “Manifesta”. Ma lo storico dell’arte Tomaso Montanari avverte: «Che sia uno stimolo, altrimenti rischia di essere una baracconata autocelebrativa».
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Il guaio sono i soldi: perché le risorse, 6,4 milioni, non bastano per tutto. «Ma stanno per essere pubblicati diversi bandi europei e la progettazione integrata serve proprio a fare rete e a evitare di perdere opportunità - dice l’assessore - chiederemo, attraverso tavoli tecnici e workshop, la collaborazione della città per trovare fonti di finanziamento». Su una cosa il Comune può contare: tutti gli investimenti legati a Palermo capitale della cultura potranno essere fatti in deroga alle regole del patto di stabilità. La collaborazione con privati e altre istituzioni è centrale: nel dossier che ha portato alla vittoria c’è tutto il meglio di quello che già accade in città, dal Festival delle letterature migranti al Queer Festival alle Vie dei Tesori. E la collaborazione tra istituzioni è stato uno dei punti di forza del progetto ritenuto credibile anche perchè «supportato - si legge nelle motivazioni - dai principali attori istituzionali e culturali del territorio ». Non a caso il rettore Fabrizio Micari ha parlato di «lavoro di squadra che è stato premiato». La scommessa sarà quella di portare in città ancora più turisti: «Arriveranno e noi non dobbiamo deludere le aspettative», dice l’assessore ai Beni culturali Anthony Barbagallo. Il pomeriggio, dopo l’investitura è un susseguirsi di dichiarazioni di apprezzamento, da quelle degli ordini professionali come ingegneri e architetti a quelle dei politici.
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