Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
1 febbraio 2017
Mariagrazia Barletta

 

Architetto, dopo il nido d'infanzia a Guastalla, a Reggio Emilia, possiamo aspettarci altre sue opere dalla ricostruzione post-sisma? 

Stiamo per terminare alcuni progetti in Emilia-Romagna. Confindustria Emilia-Romagna e i sindacati confederali (Cgil, Cisl e Ui1, ndr), tre anni fa, dopo il terremoto dell'Emilia, hanno costituito un fondo: i lavoratori italiani iscritti ai sindacati confederali hanno donato un'ora di lavoro e sono stati raccolti 7 milioni e mezzo di euro. Questi soldi sono stati destinati alla costruzione di alcune opere. (...)

Questi progetti guardano al futuro… 

Vede, il disastro del terremoto del Centro Italia ha posto quella stupida domanda del com'era e dov'era, invece io direi che il punto forse è: come sarà. Questi edifici a cui lavoriamo in Emilia prima non c'erano, quindi il com'era e dov'era non ha senso perché la scuola di danza non c'era, la casa della musica non c'era, e quindi quel dramma umano, industriale, economico, è diventato un'opportunità per il territorio. Dobbiamo trasformare il problema in un'opportunità per migliorarli quei territori, non per fare quello che c'era, perché non è detto che quello che c'era era proprio bello. (...)

Architetto, è evidente che il suo lavoro in Italia si sta intensificando. Cosa accade: c'è un maggiore desiderio di buona architettura, un risveglio della committenza o altro?

Il desiderio di buona architettura lo auspichiamo da sempre. L'Italia ha bisogno assolutamente di buona architettura perché ce n'è troppo poca. (...)

Si sta affinando la sensibilità nei confronti dell'architettura… 

Sì, arriviamo un filino in ritardo, però non dimentichiamo che la crisi ha anche spazzato via una parte di mercato qualitativamente molto bassa. Quindi con quel contesto dei grandi numeri è finita anche la corsa ai progetti poco qualificanti, poco attenti alla qualità urbana. Direi che la crisi è servita per prendere coscienza delle difficoltà che hanno le nostre città, e a prendere in considerazione i temi della periferia, della bellezza, della necessità delle infrastrutture. In una congiuntura non delle migliori, si inizia a capire che ogni volta che si fa una cosa è importante farla con sensibilità, con attenzione ai temi della sostenibilità, dell'energia e dell'ambiente. (...)

All'estero qual è la situazione? 

Nei Paesi in cui lavoro, come la Francia o anche Paesi difficili come l'Algeria, se qualcuno vince una gara la vince per farlo l'edificio. Questa è la differenza sostanziale che io trovo. 

 

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