artribune.com
30 gennaio 2017

Luigi Prestinenza Puglisi

 

Per capire lo sviluppo dell’architettura italiana nei prossimi anni, credo che occorra partire da Renzo Piano. Ci proveremo attraverso sei storie che, alla fine, dovrebbero ricomporsi in un unico mosaico.

La prima storia è ambientata nel Centre Pompidou di Parigi. Nonostante sia l’edificio più importante realizzato da Renzo Piano, l’unico che figurerà in tutte le storie del Novecento, è proprio quello trattato dall’architetto genovese con più distacco e understatement. (...)

La seconda storia ci porta ai giorni nostri. Renzo Piano, senatore a vita della Repubblica, esaltato oggi unanimemente da tutta la critica italiana, composta, fra gli altri, da Francesco Dal Co, allievo prediletto di Manfredo Tafuri, Carlo Olmo, un conservatore di stretta osservanza, e Fulvio Irace, estimatore di Giovanni Muzio e della sua Ca’ Brutta. Non è più il ragazzaccio, è l’architetto artigiano che meglio di tutti interpreta la bontà del made in Italy.

(...)

Per la sesta storia andiamo in Campania a trovare il Vulcano buono. Un nome geniale che non sembra proprio quello di un comune centro commerciale. Anche in questo caso, la forma rispetta il concept. Le parole sono importanti. Renzo Piano sa quanto lo sono e ne ha lanciate molte. Indovinate e tranquillizzanti. Due sono le più felici: l’architetto artigiano e l’architetto condotto. Una attenzione del genere a nominare le cose, tra gli architetti, non si era mai vista. Ma è una pratica corrente nella produzione di beni di consumo. Nessuno, infatti, disegnerebbe un’automobile senza uno studio accurato del nome o darebbe a un biscotto un logo intimorente. Ecco la lezione del più bravo progettista italiano: per vendere bisogna metabolizzare le strategie vincenti dei generi di consumo. E se questa lezione gli architetti italiani non la impareranno, saranno relegati a un girone minore, eterni secondi in un mondo che, invece, pretende che la comunicazione sia sempre più astuta, sempre più pervasiva, sempre più tranquillizzante. Learning from Piano: form follows concept. Dopo di lui, mettetevelo bene in testa, in Italia il modo di confezionare l’architettura e di raccontarla non sarà più lo stesso.

 

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