Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
24 gennaio 2017
Alessandro Arona
Attenzione al progetto di legge della giunta Emilia Romagna contro il consumo di suolo, avverte la sezione regionale di Legambiente: il tetto massimo al 3% di consumo di suolo è fittizio, non ci sono verifiche e controlli per farlo rispettare; e attenzione soprattutto alla fase transitoria, che di fatto concede 4-5 anni ai titolari di diritti edificatori per presentare progetti di lottizzazione che comporterebbero un boom di cubature in grado di ottenere l'effetto opposto a quello annunciato dalla legge.
IL PROGETTO DI LEGGE REGIONALE
«La proposta di legge - spiegava la Giunta Bonaccini alla presentazione del progetto di legge- punta a ridurre fortemente le previsioni di nuove costruzioni al di fuori dei territori già urbanizzati, fissando al contempo nuove regole più semplici e veloci per la pianificazione dei Comuni e per favorire la qualità dei progetti, la legalità e la trasparenza. Basti pensare che in base agli attuali piani comunali, in Emilia-Romagna sono previsti 250 chilometri quadrati di espansione urbanistica: l'equivalente di quasi due nuove città di Bologna.
La nuova legge stima, fissando una quota massima del 3% di espansione per ogni Comune, di abbassare questa soglia a 70 chilometri quadrati».
Il consumo di suolo entro il 3% sarà consentito esclusivamente per nuovi insediamenti produttivi, per edilizia residenziale sociale e per nuove abitazioni, solo se collegate a progetti di rigenerazione urbana.
Tuttavia ci sono delle deroghe: gli insediamenti produttivi strategici, gli interventi di ampliamento produttivi e le opere pubbliche o di interesse pubblico, saranno escluse dalla quota massima del 3%. La Regione parla di «forte sostegno a chi fa impresa».
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