Corriere della Sera
27 novembre 2016
Giacomo Valtolina
Dieci anni fa era un progetto avveniristico, un’architettura ambiziosa dal nome evocativo. La «Torre delle arti». Futuro simbolo cittadino, idealmente in dialogo con le icone classiche della Milano verticale — il Pirellone e la Velasca — nelle intenzioni dell’architetto Marco Casamonti (Archea). Quattro edifici a grattare quota 94 metri, 24 piani, 70 milioni di euro di valore, con belvedere, ristoranti, laboratori e atelier verso una rinascita del quartiere pur all’epoca discussa dai residenti. Avveniristico e lungimirante, il progetto era collocato in quella via Principe Eugenio (tra via Cenisio e Scalo Farini), oggi individuata dai listini della Borsa immobiliare tra le aree con le maggiori rivalutazioni in città, su del 35 e del 41 per cento in cinque e dieci anni, a causa dell’apertura della M5.
Un Titanic dell’architettura naufragato nei mari della crisi, con il fallimento nel 2009 del colosso australiano Babcock&brown. In seguito l’area da 20 mila metri quadrati venne rilevata da Generali e Bpm ma dopo diversi percorsi di selezione interna (e numerosi titoli abilitativi scaduti), oggi si è ancora piuttosto vicini al punto di partenza: scavi, transenne e proteste dei residenti, senza che alcun mattone sia stato posato. Né quelli del primo progetto vincitore, il complesso residenziale Corallo da 43 milioni di euro a cura degli architetti Alfonso Femia e Gianluca Peluffo dello Studio 5+1 — «bloccato» dalle nuove norme del piano regolatore — né quelli delle versioni successive con Generali e Bpm che liquidano il vecchio progetto per ripartire daccapo. Nuovo bando, il progetto vincitore, a oggi non ancora ufficializzato dalla proprietà, è dello studio Marco Piva: 16 piani, 50 metri di altezza sulla strada, 27 nella corte. La volta buona? Sembra di sì ma dopo le demolizioni e le bonifiche alle caldaie a gasolio dell’area ex Montedison è arrivato un primo stop in commissione paesaggistica per «eccessivo impatto sulla via». Morale: si è vicini alla svolta ma ancora lontani dal distretto residenziale più volte proiettato su disegni e rendering.
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