casaeclima.com
24 ottobre 2016
“Come ho avuto modo di sottolineare più volte, con la legge delega (la 11/2016) il Parlamento aveva fatto un ottimo lavoro, condiviso da tutti gli addetti ai lavori, individuando i principi fondamentali a cui il codice si sarebbe dovuto ispirare, al fine di aprire il mercato e rilanciare il progetto al centro del processo di esecuzione dei lavori pubblici. Tuttavia, il Consiglio dei Ministri, incalzato dalla scadenza comunitaria del 18 aprile, nei tre mesi avuti a disposizione, non è riuscito a tradurre concretamente gran parte dei principi della legge delega in un articolato organico. Ne è venuto fuori un codice con luci ed ombre, su cui è necessario intervenire con un decreto correttivo, che superi una serie di criticità.”
Lo ha evidenziato il vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Rino La Mendola, intervistato da LavoriPubblici.it.
Secondo il rappresentante del Cnappc sono questi gli obiettivi da conseguire per superare le criticità del nuovo Codice Appalti:
1. Ripristinare regole certe per il calcolo dell’importo da porre a base di gara negli affidamenti di Servizi attinenti all’Architettura ed all’Ingegneria, rendendo obbligatorio il ricorso al c.d. “Decreto Parametri”;
2. Rilanciare i concorsi di idee e di progettazione, superando le criticità dell’attuale testo del codice e prevedendo che i livelli successivi della progettazione vengano affidati al vincitore del concorso;
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No accordi quadro, incarichi a chi vince i concorsi e parametri obbligatori: le «correzioni» degli architetti al codice
Il Consiglio nazionale degli architetti ha appena fatto il punto sulle modifiche più urgenti in vista del decreto correttivo
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
25 ottobre 2016
Giuseppe Latour
Modificare le regole sui concorsi, blindando il vincitore ed affidandogli sempre la progettazione esecutiva. Limitare la portata delle norme sugli accordi quadro, che non dovranno ingabbiare il mercato escludendo i piccoli. E tornare sui parametri da porre a base di gara, fissando l'obbligo per le stazioni appaltanti di utilizzarli. Sale l'attenzione sul decreto correttivo del Codice appalti: il Consiglio nazionale degli architetti ha appena fatto il punto sulle modifiche più urgenti che, se saranno confermate le indiscrezioni di questi giorni, potrebbero addirittura arrivare entro l'anno.
A parlare è Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio nazionale che sottolinea anzitutto l'apporto positivo che è arrivato dalle linee guida dell'Anac sui servizi di ingegneria: «Vengono superate una parte delle criticità che il Consiglio nazionale degli architetti, unitamente alla Rete delle professioni tecniche, aveva rilevato sin dall'entrata in vigore del nuovo Codice». Soprattutto, le linee guida «ribadiscono la necessità di ripristinare regole certe per calcolare l'importo a base di gara negli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria, con l'obiettivo di ridurre al minimo quella discrezionalità delle stazioni appaltanti, che mal si coniuga con i più elementari principi della trasparenza». (...)
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Appalti pubblici, Cantone: oggi più trasparenza
Il Mattino – Caserta
25 ottobre 2016
Biagio Salvati
Una panoramica completa sul Codice Appalti, dalle criticità del varo - peraltro previste alla sua prima applicazione ma con effetti già segnalati nel novembre del 2015 fino alla lettura ragionata dello strumento legislativo, arricchita da una serie di passaggi sull'applicazione della normativa che, a distanza di sei mesi dall'introduzione ha cominciato a dare positivi segni di efficacia. (...)
Valutati anche gli aspetti legali della normativa, mentre gli architetti hanno evidenziato, tra l’altro, la questione della reintroduzione riguardante le tariffe minime professionale e il mondo della professione anche in rapporto alle possibiltà date ai giovani. (...)
CNAPPC: bene le Linee Guida Anac, ma vanno risolte alcune criticità
ingenio-web.it
24 ottobre 2016
“Ribadiamo il positivo giudizio del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sulle Linee Guida dell’ANAC nonchè su quella sui servizi di architettura e ingegneria, la prima tra le undici Linee Guida di attuazione ad essere arrivata definitivamente al traguardo dopo il passaggio in Consiglio di Stato e l'esame delle Commissioni parlamentari competenti”.
Così Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio Nazionale intervenendo, a Caserta, ad un convegno sul Codice dei contratti pubblici al quale ha partecipato anche il Presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone.
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LE INDICAZIONI PER IL DECRETO CORRETTIVO. “Le Linee Guida ANAC, recependo buona parte delle nostre proposte, tracciano un percorso per riaprire il mercato dei lavori pubblici ai giovani e per garantire maggiore trasparenza negli appalti. Percorso che è necessario proseguire con forza e convinzione per non tagliare fuori dal mercato i professionisti che non hanno avuto l’opportunità di lavorare negli ultimi anni. Tuttavia, ciò non basta, gli operatori del settore hanno bisogno di norme di rango primario certe. In tal senso, con il correttivo, ci aspettiamo dal Governo, segnali positivi per superare le tante criticità del testo del 18 aprile; ad esempio ci aspettiamo che, al di là delle positive indicazioni dell’ANAC vengano ripristinate regole certe e trasparenti nella determinazione dell’importo posto a base di gara e per la scelta delle procedure di affidamento da adottare”. (...)
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Appalti, il Cnappc chiede chiarezza sull’obbligatorietà del Decreto Parametri
edilportale.com
25 ottobre 2016
La Mendola ha poi sottolineato di “confidare vengano sciolti i nodi circa l’obbligatorietà dell’utilizzo del Decreto Parametri, assolutamente indispensabile per scongiurare il rischio che le stazioni appaltanti possano sottostimare l'importo dei compensi da porre a base di gara ed affidare conseguentemente servizi, come la progettazione, con procedure errate scegliendo, ad esempio, l’affidamento diretto anziché una procedura aperta, in violazione ai più elementari principi di trasparenza”.
Altri obiettivi da raggiungere con il correttivo riguardano i concorsi, per i quali è necessario stabilire che al vincitore venga sempre assicurato l’incarico della progettazione esecutiva; la riduzione dell’accordo quadro che oggi consente di accorpare grossi appalti, mortificando la libera concorrenza, violando i principi fondamentali della Direttiva europea 24 del 2014, che raccomanda alle amministrazioni di non accorpare i grossi appalti, ma, al contrario, di dividerli, al fine di favorire l’accesso al mercato degli operatori economici medio-piccoli, che costituiscono lo scheletro portante dell’economia del Paese”. (...)
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l’intervista integrale su Lavoripubblici.it:
Nuovo Codice Appalti, Rino La Mendola (CNAPPC): intervenire con un correttivo per superare criticità
lavoripubblici.it
21 ottobre 2016
A sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo codice dei contratti, dopo avere registrato la mancata emanazione di gran parte dei provvedimenti attuativi (ne mancano ancora 20 su 23), abbiamo intervistato Rino La Mendola, Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, che ha seguito da vicino l’evoluzione dei fatti, anche nel ruolo di Coordinatore del Tavolo “Lavori Pubblici” della Rete delle Professioni Tecniche e che ha risposto senza veli e con toni utili al raggiungimento degli obiettivi
A sei mesi dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 50, possiamo già provare a fare un primo bilancio, con particolare riferimento ai servizi di architettura e ingegneria?
Come ho avuto modo di sottolineare più volte, con la legge delega (la 11/2016) il parlamento aveva fatto un ottimo lavoro, condiviso da tutti gli addetti ai lavori, individuando i principi fondamentali a cui il codice si sarebbe dovuto ispirare, al fine di aprire il mercato e rilanciare il progetto al centro del processo di esecuzione dei lavori pubblici. Tuttavia , il Consiglio dei Ministri, incalzato dalla scadenza comunitaria del 18 aprile, nei tre mesi avuti a disposizione, non è riuscito a tradurre concretamente gran parte dei principi della legge delega in un articolato organico. Ne è venuto fuori un codice con luci ed ombre, su cui è necessario intervenire con un decreto correttivo, che superi una serie di criticità.
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