la Repubblica
13 ottobre 2016
Teresa Monestiroli
Messi uno in fila all’altro fanno venir voglia di partire per un Inter-rail in chiave architettonica alla scoperta delle soluzioni, talvolta mirabolanti, che professionisti più o meno noti – molti edifici portano la firma di archistar, altre hanno nomi meno conosciuti dal grande pubblico – hanno escogitato per costruire stazioni ferroviarie e aeroporti, musei d’arte contemporanea e biblioteche, torri residenziali e banche in giro per il Vecchio Continente. Per chi non ha tempo di mettersi in viaggio, un assaggio di com’è cambiata l’architettura contemporanea negli ultimi 25 anni è la mostra Made in Europe 1988- 2013, da oggi in Triennale: una raccolta di 150 progetti selezionati dal premio Mies van der Rohe, diventato nel 2001 il premio ufficiale dell’Unione Europea per l’architettura contemporanea. Al primo piano del Palazzo di viale Alemagna, in una sala che attende l’arrivo dell’ultima edizione del premio, quella del 2015, che ha eletto vincitore la Philarmonic Hall di Szczecin in Polonia dello studio italo-spagnolo Barozzi-Veiga (con sede a Barcellona) e attualmente è a Francoforte (aprirà a Milano il 4 novembre), sono in mostra plastici e fotografie dei progetti vincitori (compresa la categoria “emergenti”) e dei selezionati per ogni edizione a partire dal 1988, anno in cui il premio, intitolato a uno dei maggiori architetti del ‘900, fu istituito. Ma anche una carrellata di immagini che raccontano gli avvenimenti principali dell’ultimo trentennio, dalla caduta del muro di Berlino all’invenzione dei Google Glass, intrecciati con i premi Pritzker e i più importanti edifici costruiti nel frattempo fuori dai confini dell’Unione Europea.