Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
6 ottobre 2016
Maria Chiara Voci
In origine, era l’offerta di case a canoni ridotti per la fascia “grigia” esclusa sia dall’accesso al libero mercato sia dalle “case popolari”. Oggi, l’housing sociale è una filosofia dell’abitare, improntata alle logiche della sharing economy, della sostenibilità e del risparmio. Una scelta etica e pratica di condivisione degli spazi e dei servizi, che coinvolge un numero sempre più alto di persone. Perché nell’era della crisi, della mobilità, della flessibilità e dei nuclei monofamiliari, trovare una sistemazione temporanea, bella, comoda e a costi accessibili supera, anche nel nostro Paese, il bisogno di investire sulla casa in proprietà.
Come rivela un’indagine del Cresme, realizzata con l’ausilio del sistema informativo Demo/SI, guardando all’orizzonte di previsione 2015-2024 il numero di famiglie crescerà, fino ad arrivare a più di 460mila unità (contro una media di 329.805mila famiglie che si estingueranno): di queste, circa 108mila nuclei all’anno si collocheranno nella fascia di reddito inferiore ai 18mila euro mentre altri 170mila fra i 18mila e i 34mila euro.
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