Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
23 settembre 2016
Massimo Frontera
Casa Italia. La prima pietra della struttura destinata a diventare il dipartimento della Prevenzione è il Dpcm che è ormai pronto e che, salvo imprevisti, potrebbe essere perfezionato oggi. A capo della struttura si conferma Giovanni Azzone, il rettore del Politecnico di Milano che il premier ha scelto per guidare il vasto tema della prevenzione a 360 gradi: dall'ottimizzazione dei fondi alla selezione delle priorità, dalla formazione alle linee guida applicative. La cabina di regia di Casa Italia ha un nocciolo che si articola intorno a tre pilastri. Il primo consiste nella struttura di prevenzione contro il dissesto idrogeologico che già opera a Palazzo Chigi. Poi c'è una nuova struttura dedicata alla prevenzione del rischio sismico che ingloberà le funzioni dell'esistente cabina di Palazzo Chigi sull'edilizia scolastica. Il terzo pilastro è quello dell'efficienza energetica e dei meccanismi di incentivazione applicati al patrimonio pubblico e privato. Azzone lavorerà anche con la consulenza "pregiata" dell'architetto e senatore a vita Renzo Piano. Una delle idee alle quali si sta lavorando consiste nella definizione di interventi-tipo di prevenzione antisismica su edifici esistenti: un modo per guidare il lavoro di tecnici della Pa, committenti e professionisti.
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Il pasticcio del «miglioramento sismico» e il caso della scuola ricostruita sotto i limiti di legge
Focus: le regole troppo elastiche che hanno indebolito le operazioni di ricostruzione dopo gli ultimi terremoti
Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
23 settembre 2016
Mariano Maugeri
Il titolo è rassicurante: «Scuole d’Abruzzo, il futuro in sicurezza». C’erano voluti due terremoti, quello di San Giuliano di Puglia (...) e il sisma dell’Aquila (...) per approdare a una disciplina che dettasse regole non suscettibili di interpretazioni discrezionali nella costruzione di edifici pubblici, scuole in primis, in zone ad alto rischio sismico.
Illusione. Perché il Dcd (Decreto del commissario delegato per la ricostruzione) numero 89 del 2011 (Linee guida per la redazione degli elaborati tecnici ed economici) comincia a inanellare le sue norme impositive con un incipit che è un tributo al bizantinismo: «Per tutti gli edifici oggetto di finanziamento dev’essere perseguito l’adeguamento sismico, laddove possibile, trattandosi di edifici di tipo rilevante ai sensi dell’Ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri numero 3274 del 20 Marzo 2003. Nel caso in cui vengano eseguiti interventi di miglioramento sismico, essi devono consentire il raggiungimento di un indicatore di rischio sismico almeno pari allo 0.65, calcolato secondo quanto riportato dalle norme tecniche vigenti». Quel «laddove possibile», la commistione ormai celeberrima tra adeguamento e miglioramento sismico e l’indice minimo di rischio arretrato allo 0,65%, sono le tre falle dentro le quali sguazzano e sguazzeranno i furbi di ogni specie. All’Aquila come ad Amatrice e dintorni.
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