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29 agosto 2016
Paola Pierotti

 

Niente New Town nel Centro Italia e un piano concertato con le associazioni di categoria per promuovere la prevenzione attraverso il progetto “Casa Italia”. A Vasco Errani, ex governatore che si è occupato della ricostruzione dell’Emilia, è stato affidato l’incarico per guidare la riedificazione dei paesi rasi al suolo. Queste sono le prime tre certezze per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 24 agosto 2016.

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Domenica 28 agosto Repubblica ha scelto di dare voce ad Alejandro Aravena, curatore della Biennale di Venezia, famoso per aver fatto risorgere Constituction con case pronte a metà, lasciando agli abitanti il compito di completarle: la rinascita va iniziata subito coinvolgendo tutti. Il Corriere della Sera ha pubblicato invece un’intervista a Renzo Piano che ha suggerito di “mettere in sicurezza prima di tutto scuole e ospedali. Esistono leggi per costruire in modo antisismico, bisogna farle rispettare. E per il patrimonio privato serve un programma di investimenti e incentivi come quelli dati per l’energia. Serviranno due generazioni per un piano serio”. Piano concorda sul rifare tutto dov’era e com’era, investendo su un “cantiere leggero. Strutture temporanee si possono fare in legno a 600 euro al metro quadrato. Finita la ricostruzione si ricicla tutto”.

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Non solo emergenza. Si lavora al programma “Casa Italia”. Il premier ha lanciato il piano “Casa Italia” e tutte le associazioni di categoria, dai costruttori ai professionisti, si sono fatte portavoce di un manifesto che ha come comune denominatore la prevenzione, e che riguarda in primis 24mila scuole e 1822 ospedali, 26mila edifici costruiti in zona a rischio sismico. A questi vanno aggiunti tutti gli edifici privati. “Casa Italia” è il progetto allo studio del Governo per mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare italiano dove confluiranno alcune misure già previste dalla Legge di Stabilità (bonus energetico, dissesto idrogeologico e riqualificazione urbana), a cui si aggiungerà la questione dell’antisismica. Un mix di misure che puntano a riattivare il paese anche con un’edilizia di qualità. “Se davvero Casa Italia vorrà affermarsi con il modo nuovo dell’abitare – ha commentato Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti - servirà davvero cambiare radicalmente il modo di pensare di tutte le componenti che costituiscono l’industria delle costruzioni: progettisti, imprese, pubblica amministrazione, committenza. Ma anche sociologi, urbanisti, ricercatori, analisti. Tutti in grado di partecipare al disegno di città nuove in grado di rispondere alle nuove esigenze del vivere civile. E senza dimenticare l’imprescindibile esigenza di controlli e verifiche che stronchino sul nascere quei fenomeni corruttivi che troppe volte sono stati alla base di drammi e tragedie”.

 

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