Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
28 luglio 2016
Giuseppe Latour
Un progetto molto analitico a monte, che consente alle imprese di fare offerte più solide e alle stazioni appaltanti di effettuare valutazioni meno arbitrarie. Esaltando il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. E' questo, in estrema sintesi, quello che accade in un bando condotto secondo la tecnologia Bim. Lo rivela un'analisi condotta da Valentina Villa e da Giuseppe Di Giuda, docenti al Politecnico di Milano, su una delle prime gare condotte in Italia su un progetto strutturato secondo i principi del Building information modeling. Alla fine della procedura la Pa avrà molti meno rischi di variante e di problemi tecnici: dovrà solo verificare la corretta esecuzione dell'appalto, secondo le indicazioni analitiche della proposta.
La questione parte dall'offerta economicamente più vantaggiosa, che in base al nuovo Codice appalti è il principale criterio di aggiudicazione. «Allo stato attuale – spiega Di Giuda - nei bandi si trovano spesso richieste di migliorie su elementi non previsti a progetto, formulazione di offerte illegittime o troppo generiche e sovente non vengono esplicitate le modalità di assegnazione dei punteggi. Questi fattori comportano necessariamente una non trasparenza nei lavori della commissione».
In sostanza, l'offerta viene strutturata male a monte e questo impatta in maniera negativa anche sulle fasi successive.
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