Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
14 luglio 2016
Giuseppe Latour
Il consumo di suolo, con circa 21.100 chilometri quadrati sottratti ad altri usi, resta un fenomeno preoccupante, ma la notizia è che, nel corso degli ultimi anni, è in netto calo. L'aumento di 250 chilometri tra il 2013 e il 2015, infatti, rappresenta una frenata rispetto alle tendenze del periodo precedente. È quanto emerge dalla lettura del monitoraggio che l'Ispra ha presentato ieri, nel corso della giornata dedicata a Roma al tema del consumo di suolo. Ai lavori ha contribuito anche il Cresme, che ha sottolineato il peso preponderante che le grandi infrastrutture hanno sul fenomeno. Mentre dagli architetti arriva l'invito a costituire un'unità di missione dedicata a questo tema.
I dati dell'Ispra danno la misura generale del fenomeno. Il consumo di suolo in Italia anche nel 2015 cresce, ma a un ritmo ridotto rispetto al passato: tra il 2013 e il 2015 le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 250 chilometri quadrati di territorio, ovvero in media circa 35 ettari al giorno o 4 metri quadrati al secondo. «Dopo aver toccato anche gli 8 metri quadrati al secondo degli anni 2000 – spiegano dall'Istituto -, il rallentamento iniziato nel periodo 2008-2013 (tra i 6 e i 7 metri quadrati al secondo) si è consolidato, quindi, negli ultimi due anni, con una velocità ridotta di consumo di suolo, che continua comunque a coprire, ininterrottamente, aree naturali e agricole con asfalto e cemento, edifici e fabbricati, servizi e strade, a causa di nuove infrastrutture, di insediamenti commerciali, produttivi e di servizio e dell'espansione di aree urbane, spesso a bassa densità».
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