AdnKronos
17 Giugno 2016
Vengono richiesti "requisiti di accesso 'personalizzati', e sono assenti ogni sorta di motivazioni, anche generiche, circa la sussistenza dei presupposti necessari" per chiedere titoli non obbligatori per l'accesso nel mondo del lavoro. Sono queste le osservazioni mosse dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Architetti al ministero dei Beni culturali e del Turismo, in una lettera indirizzata al ministro Dario Franceschini e al capo di Gabinetto del Mibact, Paolo D'Andrea, in riferimento al concorso appena bandito per l'assunzione di 500 funzionari in carico al ministero, che prevede tra gli altri 130 posti di funzionario architetto.
Nella lettera, spedita oggi e firmata dal presidente del Cnappc, Giuseppe Capocchin, e dal consigliere segretario, Fabrizio Pistolesi, si loda l'indizione, "dopo anni di politiche di tagli alla spesa ed alle assunzioni del personale, dei bandi di concorso per l'assunzione a tempo indeterminato presso il MiBACT di 500 funzionari", e si parla di "segno di cambiamento di questo Governo", ma si rileva che "la procedura concorsuale, così come indetta, non appare in linea con le norme di legge".
In sostanza gli architetti contestano a Franceschini di avere inserito nei bandi di concorso, come obbligatori, "oltre alla laurea specialistica in architettura o equipollenti e la relativa abilitazione, il possesso di diploma di specializzazione, o dottorato di ricerca, o master universitario di secondo livello di durata biennale, in materie attinenti il patrimonio culturale, o titoli equipollenti'". Titoli che, in base "all'art. 3 del D.M. 22 ottobre 2004, n. 270", non sono obbligatori per l'inserimento nel mondo del lavoro.
Quindi, secondo gli Architetti, "Scuola di Specializzazione, Dottorato di ricerca e Master universitario dovrebbero essere ritenuti, nel bando, solo quali titoli valutabili ai fini della stesura della graduatoria finale di merito, e non come requisiti obbligatori per la partecipazione; in tal modo risulta peraltro svilito sia il titolo di studio della laurea che quello dell'esame di abilitazione".
Per questa ragione, a parere dell'Ordine degli Architetti, "viene notevolmente ristretta la possibilità di partecipazione alla procedura concorsuale, vengono inseriti requisiti di accesso 'personalizzati', e sono assenti ogni sorta di motivazione, anche generiche, circa la sussistenza dei presupposti necessari per richiedere Scuola di Specializzazione o Dottorato di ricerca o Master universitario tra i requisiti obbligatori". Una scelta che impedirebbe "la partecipazione ad un concorso a causa di valutazioni che, in concreto, riducono il numero dei partecipanti".
Gli Architetti chiedono quindi al ministro Franceschini di "voler riesaminare, anche in autotutela", quanto scritto sui bandi per funzionari architetti, "al fine di richiedere, quale titolo per l'accesso alla procedura concorsuale, solo l'abilitazione all'esercizio della professione e l'iscrizione all'albo professionale".