Corriere della Sera - Roma
22 maggio 2016
Paolo Portoghesi
Di fronte al coro che rivendica per Mussolini un ruolo di grande urbanista è difficile non condividere le preoccupazioni di Paolo Nicoloso con cui conclude il suo libro: Mussolini Architetto. È possibile - si chiede Nicoloso - «curare un paese in crisi di democrazia, identificando figurativamente la propria memoria storica in edifici, simboli di una dittatura che educava e praticava un profondo odio antidemocratico? Non siamo forse di fronte a un ennesimo paradosso italiano ?»
L’unica idea urbanistica che lo guidò nell’occuparsi di Roma non fu la costruzione di una città nuova, ma la costruzione di edifici pubblici e l’intervento del «piccone demolitore» sulla città antica. (...) Ma l’EUR si dirà è un «bel quartiere» e il palazzo della Civiltà Italiana è considerato anche fuori d’Italia uno dei monumenti-chiave del novecento. Per quanto riguarda l’EUR, chi ne conosce la storia non può non associarlo a due brutti ricordi: la volontà mussoliniana di non rimanere indietro a Hitler e Speer nella riconquista di archi e colonne come simboli del classicismo imperiale (...)
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