Il Sole 24Ore
22 maggio 2016
Guido Beltramini
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Vincenzo Scamozzi (1548-1616) inaugura una nuova strada: è il primo architetto del Cinquecento a formarsi attraverso lo studio e una propria biblioteca personale. Di famiglia benestante, il giovane Vincenzo cresce a contatto con l’ambiente erudito dell’Accademia Olimpica e del seminario di Vicenza e, a quanto pare, frequenta a Roma le lezioni del matematico gesuita Cristoforo Clavio. L’esito è inevitabilmente una architettura che nasce più dalla testa che dalla mano dell’autore, frutto di una visione teorica rigorosa, che non si nutre più del rapporto con la sola architettura romana antica, ma si allarga ad assorbire conoscenze provenienti da altre culture e dai nuovi fermenti scientisti del Veneto di Galileo Galilei.
Alla peculiare “forma mentis” di Scamozzi, al suo modo di acquisire, strutturare, rendere accessibili le conoscenze e quindi di usarle per generare architettura è dedicata una mostra al Palladio Museum di Vicenza, Nella mente di Vincenzo Scamozzi. Un intellettuale architetto al tramonto del Rinascimento curata da Franco Barbieri, Guido Beltramini, Kate Isard e Werner Oechslin.
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