Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
19 maggio 2016
Paola Pierotti
Quanto incidono la cultura di internet, la rivoluzione urbana, le criticità sociali, nello sviluppo di nuove idee progettuali? Quali soluzioni ci sono per far fronte a temi collettivi come la disoccupazione, la povertà o i disastri ambientali? La 15esima Mostra internazionale di architettura di Venezia cercherà di fornire risposte a queste e ad altre domande legando i temi dell’economia, del sociale e dell’ambiente. Curatori e allestitori sono al lavoro in queste ore negli spazi dell’Arsenale e dei Giardini per dare inizio, domenica 28 maggio, alla Biennale 2016. All’architetto cileno Alejandro Aravena, noto per la sua ricerca sul tema dell’abitare, la Fondazione veneziana guidata da Paolo Baratta ha affidato il compito di raccontare come l’evoluzione della domanda possa trovare risposta in soluzioni molteplici e innovative. Oltre i landmark griffati, l’attenzione si concentra sull’architettura di tutti e per tutti, quella che fa la differenza in circostanze difficili.
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La Biennale non è solo una mostra. Una volta al mese sono in calendario degli incontri con i protagonisti «per carpire dagli autori stessi – dice Aravena – la ricchezza e la complessità dell’ambiente costruito e che cosa serve perché le cose siano realizzate». Ancora, ogni Paese ha messo in campo professionalità ed energie e particolare attenzione è stata dedicata alla comunicazione: se gli italiani hanno puntato su un catalogo con messaggi inediti e immediati, utilizzando il graphic novel, la Francia ha realizzato un libro-oggetto pensato come carnet di viaggio per offrire un inventario della trasformazione del quotidiano operata dall’architettura.
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