Corriere della Sera
14 maggio 2016
Giangiacomo Schiavi

 

Non c’è molto da aggiungere alle parole di Renzo Piano sul futuro di Milano: senza un disegno strategico e un raccordo di funzioni la Città metropolitana resterà un mosaico scomposto. La sua uscita dal progetto per l’area Falck di Sesto San Giovanni non è uno schiaffo, anche se lo appare, ma un avviso ai naviganti: non si può andare in ordine sparso, seminando un po’ qui e un po’ là. Serve una visione complessiva di quel che sarà Milano fra vent’anni, che cosa vuole diventare e quale parte avrà nella riqualificazione urbana di ex fabbriche e aree dismesse. Per ora il messaggio della città non è pervenuto: di quel che accade a Sesto o ad Arese, a Cinisello o a Vimercate, Milano non si occupa, o meglio, si disinteressa. Eppure è sempre lì che si va a finire. In quell’imbuto della città stato che da trent’anni rimane indefinito e oggi si porta dietro, insieme all’archeologia industriale, il rammendo delle periferie, l’area Expo, Città Studi, l’Idroscalo, l’Ortomercato e le università. Un filo sottile ormai lega tutto, come dice Piano, e bisogna scegliere: o la visione o lo shopping center.

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«Occasione persa». «Ma è una sfida». L’effetto del passo indietro di Piano

Corriere della Sera - Milano
14 maggio 2016
Simona Ravizza e Giacomo Valtolina

 

Dallo studio Bizzi & partners incassano il dietrofront dell’archistar Renzo Piano. L’obiettivo è quello di rassicurare l’opinione pubblica sulla continuità della riqualificazione urbanistica delle ex acciaierie Falck. (...)

L’amarezza di Renzo Piano si è diffusa rapidamente tra gli architetti («Non sono il garante di nessun shopping center» ha sottolineato Piano). Stefano Boeri, artefice del Bosco Verticale, si dice molto triste per il passo indietro del collega: «La grande saggezza e generosità sociale del suo progetto si è persa con l’intervento di una proprietà che arriva e stravolge tutto. È incredibile: le variazioni vanno discusse. Mi pare un’ingenuità non capire l’importanza delle idee di Piano, in primo luogo il principio per cui era il parco a contenere l’ospedale e non viceversa». Rammarico viene espresso anche dalla presidente dell’Ordine, Valeria Bottelli: «Pur non conoscendo nel dettaglio le ragioni dell’amministrazione, dispiace che decisioni così importanti per il futuro della Città metropolitana vengano dettate dall’opportunismo immobiliare del momento senza pianificazione».

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