Il Sole 24Ore
25 aprile 2016
Raffaele Lungarella
Entro la fine di aprile le Regioni devono comunicare al ministero delle Infrastrutture l’ammontare delle risorse necessarie a finanziare nel 2016, tramite il fondo della legge 13/89, l’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni e negli altri edifici privati. Gli eventuali finanziamenti statali integreranno i contributi che alcune amministrazioni regionali elargiscono attraverso proprie leggi. Negli ultimi cinque anni, le Regioni hanno erogato in totale 150 milioni di euro a favore di persone con ridotte capacità motorie, che nelle proprie abitazioni hanno ristrutturato bagni, allargato porte a misura di carrozzina, realizzato rampe di accesso.
L’analisi delle leggi regionali mette in luce una certa varietà di soluzioni adottate, sia in riferimento al ventaglio di interventi finanziati (più ampio rispetto all’elenco della legge 13/89), sia in riferimento alle agevolazioni concesse, al loro ammontare e alla selezione dei beneficiari.
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Le agevolazioni edilizie
Oltre agli stanziamenti di bilancio, per agevolare gli interventi, spesso le Regioni ricorrono anche alle proprie competenze legislative in materia edilizia (si vedano le schede a fianco). Liguria, Lombardia, Molise, Toscana e Veneto, ad esempio, impongono ai Comuni di destinare ai lavori necessari all’abbattimento delle barriere architettoniche almeno il 10% delle entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione e/o dal contributo al costo di costruzione. (...) Non va infine dimenticato che in tutta Italia, fino al termine del 2016, per le spese per interventi di manutenzione straordinaria e di ristrutturazione edilizia sostenute per eliminare gli ostacoli alla fruibilità dell’abitazione, il disabile può detrarre il 50% (spalmato in dieci anni) su un importo massimo di 96mila euro (dal 2017 la detrazione passerà al 36%, con tetto di spesa a 48mila euro).
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