Corriere della Sera - Roma
19 aprile 2016
Giuseppe Pullara
È la prima volta che si apre uno sguardo d’insieme su quanto è stato realizzato negli ultimi cinquant’anni con l’edilizia residenziale pubblica. Un panorama costituito da sessanta interventi sparsi in tutt’Italia che dimostrano il grande impegno dello Stato, tramite la legge 167 del 1962 ed altre, per rispondere sia alla «fame di case» ma anche all’esigenza di realizzare nuovi insediamenti di qualità progettuale. Schiere di bravi architetti, alcuni molto noti (a Roma Moretti, Morandi, Barucci, Quaroni, Lenci, Valori, Passarelli ecc.) sono scesi in campo negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta per sperimentare un modo di abitare dignitoso ed economico: le case popolari che costituiscono ancora le periferie di tanti centri urbani. Una stagione di impegno sociale riguardante una delle necessità primarie dell’uomo, l’abitazione. Il progressivo de-finanziamento dei provvedimenti sulla «casa pubblica» e il passaggio alla gestione regionale hanno avviato dagli anni Novanta la chiusura di questo impegno: ha prevalso quindi l’iniziativa privata, con le conseguenze note a tutti.
All’Archivio di Stato dell’Eur, progettato da De Renzi, Figini e Pollini, una mostra frutto della collaborazione tra ministero e team universitari sembra esaltare la stagione della «casa popolare», anche se vengono segnalate le difficoltà incontrate e certi errori di progettazione.
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