Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio 
24 marzo 2016
Massimo Frontera

 

Lo scorso 23 marzo (con 23 giorni di ritardo) è arrivato l'atteso provvedimento dell'Agenzia delle Entrate che disciplina la cessione dello sgravio fiscale del 65% sugli interventi di efficientamento energetico, relativi alle parti comuni degli edifici, da parte degli inquilini inclusi nella fascia della no tax area. La misura è prevista dalla legge di Stabilità (articolo 1, comma 74) e ha lo scopo di superare le resistenze degli inquilini che, non avendo un reddito Irpef, non hanno neanche l'interesse ad approvare interventi condominiali di miglioramento del livello di efficienza energetica degli immobili. La misura arriva quando mancano poco più di nove mesi di vigenza per lo sgravio del 65 per cento, che infatti decade, salvo proroghe, il 31 dicembre prossimo. 

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Realacci: «Bene, anche se in ritardo, ma serve proroga del bonus»

Il primo commento alla notizia è arrivato dal presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, tra i sostenitori degli sgravi fiscali sulle riqualificazioni edilizie con aumento dell'efficienza energetica. «Positivo siano uscite, seppur in ritardo come avevo ricordato in una interrogazione al Mef presentata insieme ai colleghi Misiani e Braga, le istruzioni dell'Agenzia delle Entrate su come utilizzare l'ecobonus per i condomini e in particolare sulle modalità con cui i condomini possono cedere il credito con il fisco all'impresa che realizza il lavoro». «Mi auguro che ora - ha aggiunto Realacci - che i condomini possano sfruttare questo nuovo strumento. È comunque già evidente che sarà necessario un suo prolungamento per renderlo efficace».

 

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