edilportale.com
24 febbraio 2016
Rossella Calabrese
“Dal nuovo Codice degli Appalti ci aspettiamo che non ci sia più bisogno di aggiornare il ‘catalogo delle incompiute’, che sono il risultato di una programmazione inesistente e di errori di calcolo di tempi e di costi nella gestione delle ope pubbliche, errori che la nuova normativa dovrebbe scongiurare”.
“Ma non basta: serve che le opere presenti nel ‘catalogo’ e diventate inutili siano oggetto di interventi di riuso per tornare a rendere vivibili spazi ed edifici che sono stati abbandonati per insipienza politica o per errori tecnici”. Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
“Il Consiglio Nazionale degli Architetti - continua Freyrie - ha più volte sottolineato che il destino delle opere incompiute, a meno che non siano così importanti da dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti, sta nel loro riuso e nella loro trasformazione”. (...)
Il bando per le periferie
Ricordiamo che il Bando da 500 milioni di euro per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie era atteso entro il 31 gennaio 2016, come previsto dalla Legge di Stabilità 2016. (...)
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Infrastrutture: Freyrie (Architetti), “è nel riuso il futuro delle incompiute”
Il Ghirlandaio
23 febbraio 2016
“Dal nuovo Codice degli Appalti ci aspettiamo che non ci sia più bisogno di aggiornare il “catalogo delle incompiute” che sono il risultato di una programmazione inesistente e di errori di calcolo di tempi e di costi nella gestione delle opere pubbliche, errori che la nuova normativa dovrebbe scongiurare. Ma non basta: serve che le opere presenti nel “catalogo” e diventate inutili siano oggetto di interventi di riuso per tornare a rendere vivibili spazi ed edifici che sono stati abbandonati per insipienza politica o per errori tecnici”. Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. (...)
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Architetti. Che fine ha fatto il bando per le periferie?
mondoprofessionisti.it
23 febbraio 2016
(...)
Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. “Il Consiglio Nazionale degli Architetti – continua - ha più volte sottolineato che il destino delle opere incompiute - a meno che non siano così importanti da dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti - sta nel loro riuso e nella loro trasformazione. Non possono essere lasciate a simbolo di un Paese che non funziona perché come ha sottolineato il ministro Del Rio rappresentano ‘la rottura del patto di fiducia tra la pubblica amministrazione e i cittadini’. (...)
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Infrastrutture, ordine architetti: futuro delle incompiute è nel riuso
OMNIROMA
23 febbraio 2016
"Dal nuovo Codice degli Appalti ci aspettiamo che non ci sia più bisogno di aggiornare il catalogo delle incompiute che sono il risultato di una programmazione inesistente e di errori di calcolo di tempi e di costi nella gestione delle opere pubbliche, errori che la nuova normativa dovrebbe scongiurare. Ma non basta: serve che le opere presenti nel catalogo e diventate inutili siano oggetto di interventi di riuso per tornare a rendere vivibili spazi ed edifici che sono stati abbandonati per insipienza politica o per errori tecnici". Così, in una nota, Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
"Il Consiglio Nazionale degli Architetti - continua - ha più volte sottolineato che il destino delle opere incompiute - a meno che non siano così importanti da dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti - sta nel loro riuso e nella loro trasformazione. Non possono essere lasciate a simbolo di un Paese che non funziona perché come ha sottolineato il ministro Del Rio rappresentano la rottura del patto di fiducia tra la pubblica amministrazione e i cittadini.
Serve allora realizzare interventi di qualità, selezionati attraverso concorsi di progettazione per poter avviare un'agenda urbana efficace e compiere scelte innovative per le nostre città e i cittadini al fine di realizzare un salto di qualità sotto il profilo della sostenibilità non solo urbanistica ed architettonica, ma anche sociale ed economica. A questo possono positivamente contribuire quegli interventi e quelle risorse destinati alle periferie urbane attraverso l'apposito bando annunciato dal Presidente del Consiglio del quale, però, sembra si sia persa ogni traccia".
Infrastrutture: architetti, è in riuso futuro opere incompiute
AdnKronos
23 febbraio 2016
“Dal nuovo Codice degli Appalti ci aspettiamo che non ci sia più bisogno di aggiornare il 'catalogo delle incompiute' che sono il risultato di una programmazione inesistente e di errori di calcolo di tempi e di costi nella gestione delle opere pubbliche, errori che la nuova normativa dovrebbe scongiurare. Ma non basta: serve che le opere presenti nel 'catalogo' e diventate inutili siano oggetto di interventi di riuso per tornare a rendere vivibili spazi ed edifici che sono stati abbandonati per insipienza politica o per errori tecnici". Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, continua, "ha più volte sottolineato che il destino delle opere incompiute, a meno che non siano così importanti da dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti - sta nel loro riuso e nella loro trasformazione. Non possono essere lasciate a simbolo di un Paese che non funziona perché come ha sottolineato il ministro Del Rio rappresentano 'la rottura del patto di fiducia tra la pubblica amministrazione e i cittadini''".
"Serve allora realizzare interventi di qualità, selezionati attraverso concorsi di progettazione per poter avviare un'agenda urbana efficace e compiere scelte innovative per le nostre città e i cittadini al fine di realizzare un salto di qualità sotto il profilo della sostenibilità non solo urbanistica ed architettonica, ma anche sociale ed economica. A questo possono positivamente contribuire quegli interventi e quelle risorse destinati alle periferie urbane attraverso l'apposito bando annunciato dal Presidente del Consiglio del quale, però, sembra si sia persa ogni traccia", conclude.
Infrastrutture, Freyrie (Architetti): è nel riuso il futuro delle incompiute, ma che fine ha fatto il bando per le periferie?
AGENPARL
23 febbraio 2016
Dal nuovo Codice degli Appalti ci aspettiamo che non ci sia pi bisogno di aggiornare il catalogo delle incompiute che sono il risultato di una programmazione inesistente e di errori di calcolo di tempi e di costi nella gestione delle opere pubbliche, errori che la nuova normativa dovrebbe scongiurare. Ma non basta: serve che le opere presenti nel catalogo e diventate inutili siano oggetto di interventi di riuso per tornare a rendere vivibili spazi ed edifici che sono stati abbandonati per insipienza politica o per errori tecnici. Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, continua, ha più volte sottolineato che il destino delle opere incompiute; a meno che non siano così importanti da dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti; sta nel loro riuso e nella loro trasformazione. Non possono essere lasciate a simbolo di un Paese che non funziona perché come ha sottolineato il ministro Del Rio rappresentano la rottura del patto di fiducia tra la pubblica amministrazione e i cittadini.
Serve allora realizzare interventi di qualità, selezionati attraverso concorsi di progettazione per poter avviare un agenda urbana efficace e compiere scelte innovative per le nostre città e i cittadini al fine di realizzare un salto di qualità sotto il profilo della sostenibilità non solo urbanistica ed architettonica, ma anche sociale ed economica. A questo possono positivamente contribuire quegli interventi e quelle risorse destinati alle periferie urbane attraverso l’apposito bando annunciato dal Presidente del Consiglio del quale, però, sembra si sia persa ogni traccia.