Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
27 gennaio 2016
Lorenzo Bellicini
Un recente lavoro promosso da Acer Roma e Camera di Commercio, ha consentito al Cresme di sviluppare una analisi comparativa di Roma con alcune delle altre principali città europee. Dall'articolata analisi, che affronta molti aspetti, emergono tre nodi che vorrei porre all'attenzione del dibattito che sembra avviarsi sulla capitale.
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Il terzo aspetto riguarda il tema della trasformazione urbana. Cresme ha stimato, sulla base di dati Eurostat, che gli investimenti in costruzioni nel 2010 a Roma erano pari a 9,6 miliardi di euro, contro gli inarrivabili 76 di Londra, i 55 di Parigi, ma assai lontani dai 30 di Berlino, i 28,4 di Madrid (nonostante la crisi), i 21,6 di Barcellona o i 17 di Stoccolma, ma anche i 13,3 di Milano. La spesa per costruzioni pro-capite a Roma è di 2.400 euro per abitante. A Londra sono 5.600. A Parigi 4.700. A Stoccolma si è arrivati a oltre 8.000 euro nel 2010. L'investimento in costruzioni a Roma è sceso al 7% del PIl contro il 9,2% di Milano e la media del 15% delle città più dinamiche. Per non dire degli investimenti in opere pubbliche, che scendono a 466 euro a abitante a Roma, contro i 2.700 di Stoccolma, o i 1.600 di Amsterdam e Madrid. Nelle altre capitali europee si concentrano risorse ingenti per renderle sempre più competitive e funzionali, guardando al futuro. In sostanza Roma appare vecchia, con una macchina organizzativa drammaticamente inefficiente, un basso livello culturale e soprattutto senza progetto per il futuro, pur restando nell'immaginario internazionale uno dei principali luoghi da visitare.
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