l’Unità
22 dicembre 2015
Adriana Comaschi
«Inaccettabile, pericoloso, stupido». Non va tanto per il sottile il presidente Freyrie nel commentare la bocciatura della delibera della giunta Pisapia che avrebbe dato il via «al più grande processo di rigenerazione urbana in Italia e uno dei più grandi in Europa». Un primato sfumato per «una mera operazione preelettorale».
Presidente, come spiegare fuori Milano quello che è successo?
«Su quella delibera c’era una grande condivisione, nessun problema ideologico, del resto ci lavoravamo da quattro anni: si era trovato un equilibrio tra verde, spazi pubblici e opportunità immobiliari, c’era la disponibilità agli investimenti necessari. Quindi il suo spostamento è solo una questione politica.
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Si discute molto di riqualificazione e di consumo zero di suolo, ma l’Italia si sta davvero muovendo in questa direzione?
«Un passo avanti c’è stato, in effetti la rigenerazione urbana è un concetto diventato patrimonio comune, anche se la politica tende a usarlo come slogan più che a tradurlo in fatti. E dire che l’80% del patrimonio edilizio italiano va a male e anzi ha pochi anni di vita. Un dato che pone dei problemi di sicurezza e di salute non indifferenti, e che sollecita appunto una rigenerazione, anche radicale.
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