Il Sole 24Ore
19 novembre 2015
Maria Carla De Cesari
Il diritto dei professionisti di concorrere ai fondi strutturali europei 2014-2020 è messo per iscritto nella legge di Stabilità. Lo prevede un emendamento presentato dalle relatrici al Ddl, Federica Chiavaroli e Magda Zanoni, approvato ieri dalla commissione Bilancio del Senato.
La norma si basa sulla equiparazione, secondo il diritto europeo, dei liberi professionisti alle piccole e medie imprese, in quanto «esercenti attività economica». Il principio vale a prescindere dalla forma giuridica che i professionisti scelgono per svolgere l’attività.
La misura approvata in Commissione vale sia per i fondi comunitari gestiti direttamente da Bruxelles, sia per le risorse erogate attraverso lo Stato o le Regioni.
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Tajani era partito - anche su sollecitazione dei rappresentati italiani dei professionisti, vale a dire il sindacato, le Cassa professionali e gli Ordini - dalla rilevanza del settore, che a livello europeo conta 4 milioni di operatori. Lo strumento individuato da Tajani per aprire agli studi, in particolar modo italiani, le risorse dei fondi strutturali è stato una specie di “uovo di Colombo”: l’equiparazione dei professionisti alle imprese.
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