Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
2 novembre 2015
Giuseppe Latour
Lavori in house ancora possibili per le concessionarie. Appalti sottosoglia basati su semplici inviti. Deroghe flessibili per gli interventi di Protezione civile. Pubblicità dei bandi depotenziata. E, ancora, nessuna rivoluzione sulla qualificazione delle imprese, rischio di abusi sul fronte delle offerte economicamente più vantaggiose, concorsi di progettazione relegati in un angolo, incertezze sui limiti agli arbitrati. La riforma appalti, nonostante il lavoro svolto in questi mesi prima dal Senato e poi dalla commissione Ambiente della Camera, non è tutta concorrenza e trasparenza. Anzi. Sono diversi i passaggi nei quali, soprattutto nel passaggio di Montecitorio, la morsa che puntava a ripulire un settore allo sbando si è decisamente allentata. Abbiamo individuato i dieci casi più clamorosi. Compresa la scelta di spacchettare il recepimento in due tempi che, a conti fatti, rischia di generare una forte confusione.
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