Il Sole 24Ore Edilizia e Territorio
18 settembre 2015
Giorgio Santilli
Chi pensava che per la legge delega sugli appalti fosse tutto risolto, sbagliava. A rivelare le tensioni profonde che ancora restano sul percorso del nuovo codice è stata ieri la giornata introduttiva del 61° Convegno di studi amministrativi organizzato dal Consiglio di Stato a Varenna.
Almeno due le questioni che appassionano e dividono giuristi e protagonisti del mondo degli appalti: la prima è quella posta dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, di abolire il regolamento generale per dare ampio spazio alla soft law dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) guidata da Raffaele Cantone; la seconda, che finora era stata discussa nella commissione di studio presieduta dal capo del Dagl (l'ufficio legislativo di Palazzo Chigi), Antonella Manzione, ma non era ancora venuta allo scoperto pubblicamente, è se la doppia operazione di recepimento delle direttive Ue e di riordino del vecchio codice debba avvenire in una sola puntata o in due tempi.
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